"Oggi il senatore Luigi Manconi,
in un articolo sul quotidiano il Manifesto in cui racconta
l'assurda detenzione di Fabrizio Pellegrini, definisce la legge
sulla cannabis terapeutica, di cui sono stato promotore in
Abruzzo, 'la più avanzata legge regionale in materia'. Peccato
che a distanza di anni dall'approvazione, sia del tutto
inapplicata a causa dell'assoluta latitanza dell'assessore
Paolucci e del 'commissario alla sanità' D'Alfonso". Così, in
una nota, Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale PRC-SE,
ex-consigliere regionale Abruzzo, promotore e primo firmatario
della legge approvata in regione nel 2014.
"A centinaia di pazienti viene negato l'accesso a farmaci e
preparati galenici a base di cannabinoidi costringendoli o a
rinunciare oppure a rifornirsi sul mercato estero a prezzi
proibitivi. Per non parlare di quelli che, come Fabrizio, non
avendo i soldi per pagarseli ricorrono all'autocoltivazione o al
mercato nero rischiando spesso guai giudiziari".
"Eppure in regioni come la Toscana che hanno ripreso alla
lettera il testo della mia legge l'erogazione della cannabis
terapeutica è una realtà per almeno 1.500 pazienti. E'
paradossale invece che nella Regione con la 'legge più avanzata
in Italia' tutto sia rimasto fermo. Lo è ancor di più se
consideriamo che la legge proposta da un consigliere di
Rifondazione Comunista fu approvata da una maggioranza di
centrodestra e che poi una giunta PD-SEL l'abbia chiusa in un
cassetto".
"L'ignavia colpevole della giunta e del consiglio regionale è
un altro passaggio della nota - non esentano da responsabilità
il governo e la ministra della sanità Beatrice Lorenzin che
sulla cannabis terapeutica ha poco di cui vantarsi. Da autore
della prima legge regionale che introduceva produzione e
erogazione cannabinoidi trovo incredibili le dichiarazioni
ministra di questi giorni. Se soltanto in alcune regioni i
cittadini hanno accesso ai farmaci la colpa è sua perché in
assenza di una norma nazionale è negata l'erogazione ai farmaci
ai cittadini di gran parte delle regioni che non hanno
legiferato o che non hanno applicato proprie norme regionali
come nel caso dell'Abruzzo".
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