Il candidato di centrodestra Marco Marsilio si aggiudica con ampio margine lo scranno di presidente della regione Abruzzo incassando oltre il 48 per cento dei voti, contro circa il 31,3% del candidato di centrosinistra Giovanni Legnini e staccando di 28 punti percentuali la candidata del Movimento Cinquestelle Sara Marcozzi, che ha raggiunto il 20,2 per cento.
Nella regione la Lega con il 27,5% diventa il primo partito che riesce addirittura a raddoppiare i consensi raggiunti alle politiche del 4 marzo 2018 (quando raggiunse il 13,9%). Frenata per il Movimento 5 Stelle, che non va oltre il 20% (19,7%) nei voti di lista, soprattutto se confrontato con il 40% delle Politiche del 4 marzo dello scorso anno. Un risultato, tuttavia, inferiore anche con le regionali di 5 anni fa, quando M5s riuscì a incassare il 21,4%.
In calo il Pd, che questa volta con Legnini nella regione consegue un risultato (11,1%) in netta flessione rispetto al 14,3% delle politiche 2018 (14,3%) e soprattutto a quello delle regionali del 2014 (25,5%). Tuttavia, la coalizione di centrosinistra, che ha appoggiato l'ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha raccolto un risultato significativo del 31,28%: oltre al Pd, erano 7, infatit, le liste a sostegno di Legnini, compresa quella di Liberi e Uguali che alle politiche del 2018 aveva corso in modo indipendente.
In sostanza il centrodestra, che viaggia ormai a trazione Carroccio, esce vincente da questo test elettorale del 2019 grazie a una formazione 'classica' del rassemblement, vale a dire insieme a Forza Italia, Fratelli d'Italia e le altre forze centriste. In questo modo la regione Abruzzo risulta essere il settimo territorio guidato da una coalizione di centrodestra, insieme a Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Molise e Sicilia.
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