"In questi giorni si parla molto
delle conseguenze economiche del virus, ma non abbastanza di
quelle che riguardano le persone che non hanno la possibilità di
celebrare i funerali dei propri cari. La mancata elaborazione
del lutto può minare l'equilibrio di una persona ed è un po'
come una bomba inesplosa, perché andandosi a combinare con
altri eventi, ad esempio una separazione, la perdita del lavoro
o una delusione sentimentale, prima o poi farà emergere un
problema a livello psicologico". Così Marco Simone, psicologo e
psicoterapeuta familiare, esaminando le possibili conseguenze,
per i familiari delle migliaia di vittime di Covid-19, della
mancata celebrazione dei funerali dei loro cari alla luce dei
rischi di contagio.
"La morte di un familiare certamente colpisce, ma ancora di più
il funerale mancato - spiega Simone -. I principali studiosi in
materia evidenziano l'utilità dei riti per affrontare
determinati lutti e avviare dei processo di elaborazione. Un
tempo i funerali si facevano a casa, tutta la comunità si
stringeva attorno ai parenti per tre giorni e poi c'era la
cerimonia funebre - prosegue l'esperto -. Negli ultimi tempi il
rito è cambiato, c'è stata una privatizzazione del lutto, con la
morte in ospedale e il proliferare dell'industria funeraria, i
cui effetti si sono manifestati a livello sociale".
Secondo lo psicologo, in sostanza, "negli ultimi tempi il venir
mancare di determinate ritualità ha fatto sì che determinati
lutti fossero in parte inelaborati" e in tal senso "la mancata
celebrazione dei funerali, in questi giorni, rappresenta un
serio elemento di rischio". Per questo Simone ritiene utile
"predisporre un servizio di assistenza psicologica, anche se
determinate criticità rischiano di affiorare sul medio e lungo
periodo e dunque occorrerebbe avviare dei percorsi di supporto
in chiave prospettica".
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