Anche durante il lockdown sono le
donne ad aver pagato il prezzo più alto, in termini di stress e
fatica, nella gestione del lavoro e della vita privata. E' uno
dei dati rilevati dall'indagine psico-sociologica realizzata da
Confindustria Chieti Pescara nell'ambito delle attività per la
ripartenza delle imprese. Il campione preso in considerazione
sul territorio di Pescara e Chieti si basa su 117 protocolli
raccolti, di cui il 59% uomini e il 41% donne, nel periodo che
va dal 29 maggio scorso al 20 giugno. Hanno risposto al
questionario principalmente imprenditori (26.5%), impiegati
amministrativi (21.4%), tecnici (12.8%), direttori del personale
(4.3%) provenienti dal settore meccanico, dal terziario, dal
settore servizi innovativi, edilizia, agroalimentare, moda,
energia, chimica e ambiente.
"Con questo studio siamo entrati nel cuore delle attività per
monitorare il benessere dei lavoratori e l'eventuale esposizione
a rischi psico-sociali dovuti ai cambiamenti prodotti
dall'emergenza Covid", spiega il presidente dell'Associazione
degli industriali Silvano Pagliuca, "abbiamo costituito un
gruppo tecnico-scientifico composto da professionisti di
comprovata esperienza e coordinato dal Direttore generale Luigi
Di Giosaffatte. L'equipe, che resterà a disposizione delle
aziende fino a quando la situazione legata all'emergenza
Covid-19 lo richiederà, è nata con l'intento di semplificare
l'accesso alle procedure di riapertura e salvaguardare sicurezza
e benessere psico-fisico dei lavoratori e delle fasce più a
rischio come le lavoratrici. E nello stesso tempo, sostenere la
produttività delle aziende, il cui management, come si evince
dall'indagine, è all'altezza dei cambiamenti richiesti per far
fronte al nuovo scenario".
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