"La politica non ha alibi: non può
prendersela col Governo, visto che questa riforma si ricollega
ad una decisione del Parlamento e al taglio dei parlamentari
votato da tutti. Lo smembramento del collegio di Teramo è la
conseguenza di un decreto legislativo, del quale però ancora non
sono noti i criteri effettivamente seguiti, anche se poi lo si
capirà quando verrà pubblicato il decreto: solo allora sarà
possibile misurarne la legittimità rispetto alla delega data".
Lo spiega all'ANSA il costituzionalista Enzo Di Salvatore
intervenendo sulle polemiche relative al collegio elettorale
della provincia che verrebbe disgregato dalla riforma.
Per il docente dell'Università di Teramo "C'è da dire che a
questo punto è evidente che si è fatto di tutto per non
modificare il Rosatellum bis: direi che è la prova provata. In
questo modo, dopo il taglio del numero dei parlamentari e il
mantenimento del sistema dell'uninominale e delle liste bloccate
al plurinominale, sarà più semplice "controllare" candidati ed
eletti.", chiarisce il docente.
"A giorni, comunque, il Tribunale di Roma si pronuncerà su un
ricorso presentato durante la scorsa legislatura da alcuni
parlamentari di minoranza e da alcuni cittadini. Quello che
abbiamo chiesto al Tribunale è di sollevare la questione di
legittimità del Rosatellum bis dinanzi alla Corte
Costituzionale, che per ben due volte ha bocciato la legge
elettorale; questa a me pare presentare profili di illegittimità
persino più evidenti. Se la decisione del Tribunale andrà nella
direzione che auspico, allora la politica dovrà ripensare
persino il riordino dei collegi e dare finalmente seguito alla
promessa fatta ai cittadini durante la campagna referendaria:
quella di dare al Paese una nuova e diversa legge elettorale".
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