La consulta provinciale degli
studenti di Teramo contesta l'ordinanza con cui il presidente
della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha stabilito la chiusura
per 14 giorni delle scuole superiori con il passaggio dalla
didattica in presenza a quella a distanza, "lasciando aperti
bar, ristoranti e centri commerciali". E questo, aggiungono gli
studenti, "senza tener conto che il territorio è in zona gialla
e a rischio minore,
perciò la chiusura delle scuole è in evidente contrasto con le
direttive nazionali".
Nell'esprimere rammarico la consulta rileva che "il disagio
delle misure adottate ricade sul popolo studentesco, già gravato
da mesi di didattica a distanza", e questo nonostante gli sforzi
fatti per adeguare il sistema dei trasporti e i rigidi
protocolli attuati nelle scuole dove, in ogni caso, la didattica
in presenza si svolge oggi in modalità ridotta. Per gli
studenti, dunque, la didattica a distanza "dovrebbe essere una
scelta ponderata, motivata e assunta solo qualora non vi fossero
altre possibilità perseguibili". Per questo la consulta auspica
che le istituzioni regionali valutino per il futuro
provvedimenti meno drastici per la vita già difficile degli
studenti, anche mediante il coinvolgimento dei rappresentanti
della comunità scolastica regionale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA