Chieti si unisce alle 11 città
italiane che si sono appellate al premier Mario Draghi perché
faccia ripartire la cultura e agevoli la riapertura di musei e
luoghi culturali. Tra i centri che hanno aderito ci sono Milano,
Torino, Mantova, Firenze, Palermo e Bari e il 22 febbraio Chieti
sarà fra le città che accenderanno le luci dei propri teatri per
riportare l'attenzione sulla ripartenza del comparto.
"Cultura, storia, musica e arte sono il nostro DNA, settori che
non possono restare fermi ancora a lungo, perché danno linfa
vitale anche alla nostra economia - così il sindaco Diego
Ferrara e l'assessore alla Cultura Paolo de Cesare, che si
aggiunge ai colleghi delle città che hanno richiamato
l'attenzione di Draghi e del ministro alla Cultura Dario
Franceschini - Chieti ha due musei archeologici nazionali, un
teatro lirico di tradizione, un museo civico, le terme romane,
svariati presidi della cultura e un patrimonio immenso su cui la
storia ha segnato un percorso indelebile: tutto questo non può
restare fermo ancora a lungo e ha bisogno di un nuovo orizzonte
per ripartire e risorgere".
"Siamo convinti dell'esigenza di un dialogo diretto fra Governo
e le città e di un tavolo permanente che consideri la cultura
protagonista di nuove forme di sviluppo e ripresa e ci consenta
di tutelare e rendere fruibile un tesoro secolare esposto ai
segni del tempo, che perciò deve essere protetto e curato. La
nostra Amministrazione punta su questo importante comparto ed è
già al lavoro per mettere in rete tutte le importanti presenze
culturali cittadine perché possano riaprire al pubblico in
sicurezza con quanto custodiscono. Non possiamo più permetterci
di considerare monumenti, teatri, musei come elementi accessori
del paesaggio, questi sono punti di forza e vanno valorizzati e
rilanciati, rianimando anche tutta la filiera occupazionale che
è importante e occupa tantissimi giovani, ma è ormai ferma da
mesi e ridotta allo stremo, basti pensare alla crisi che sta
attraversando il mondo della musica e dello spettacolo".
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