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Covid: prima infusione cure monoclonali in ospedale Avezzano

Covid

Covid: prima infusione cure monoclonali in ospedale Avezzano

Donna positiva torna a casa dopo due ore da trattamento

AVEZZANO, 27 marzo 2021, 19:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ospedale di Avezzano (L'Aquila) è tra i primi in Abruzzo ad avviare le cure monoclonali anti Covid: nel pomeriggio è stata effettuata la prima infusione con questo tipo di terapia su una donna della Marsica, considerata soggetto fragile. L'infusione, cominciata alle 14.00, è durata un'ora e poi, come da protocollo, la paziente è rimasta sotto osservazione per un'altra ora ed è quindi tornata a casa.
    Il trattamento a base di anticorpi monoclonali, autorizzato dalla Regione, viene somministrato alle categorie fragili - soggetti con malattie croniche tra cui i dializzati - che più di altri sono esposti alle conseguenze dell'infezione del virus, impedendo che la malattia prenda piede, assuma forme virulente e, nei casi più gravi, conduca al decesso. La procedura prevede che, in caso di contagio, debba essere il medico di base a segnalare all'ospedale i pazienti fragili da trattare con gli anticorpi monoclonali. Sulla base di questa indicazione l'ospedale, tramite il reparto di malattie infettive, prende in carico il paziente e, dopo i necessari accertamenti, lo sottopone all'infusione anti Covid.
    Ad Avezzano i primi trattamenti, per ora, vengono eseguiti all'interno della tensostruttura dell'ospedale per evitare rischio di contagio all'interno dei reparti, ma tra un paio di settimane i pazienti potranno contare su un ambulatorio ad hoc cui accederanno da un ingresso separato con possibilità di disporre di un'area parcheggio. Per giungere all'attuazione delle cure monoclonali, dopo il via libero del manager, Roberto Testa, è stato predisposto un apposito gruppo di lavoro, presieduto dal direttore di presidio, Lora Cipollone, e composto dal responsabile di Malattie infettive, Rinalda Mariani, dal coordinatore del personale infermieristico, Fabrizio Di Stefano, e dal responsabile dell'ufficio tecnico dell'ospedale Federico D'Aulerio.
   

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