L'ospedale di Avezzano (L'Aquila)
è tra i primi in Abruzzo ad avviare le cure monoclonali anti
Covid: nel pomeriggio è stata effettuata la prima infusione con
questo tipo di terapia su una donna della Marsica, considerata
soggetto fragile. L'infusione, cominciata alle 14.00, è durata
un'ora e poi, come da protocollo, la paziente è rimasta sotto
osservazione per un'altra ora ed è quindi tornata a casa.
Il trattamento a base di anticorpi monoclonali, autorizzato
dalla Regione, viene somministrato alle categorie fragili -
soggetti con malattie croniche tra cui i dializzati - che più di
altri sono esposti alle conseguenze dell'infezione del virus,
impedendo che la malattia prenda piede, assuma forme virulente
e, nei casi più gravi, conduca al decesso. La procedura prevede
che, in caso di contagio, debba essere il medico di base a
segnalare all'ospedale i pazienti fragili da trattare con gli
anticorpi monoclonali. Sulla base di questa indicazione
l'ospedale, tramite il reparto di malattie infettive, prende in
carico il paziente e, dopo i necessari accertamenti, lo
sottopone all'infusione anti Covid.
Ad Avezzano i primi trattamenti, per ora, vengono eseguiti
all'interno della tensostruttura dell'ospedale per evitare
rischio di contagio all'interno dei reparti, ma tra un paio di
settimane i pazienti potranno contare su un ambulatorio ad hoc
cui accederanno da un ingresso separato con possibilità di
disporre di un'area parcheggio. Per giungere all'attuazione
delle cure monoclonali, dopo il via libero del manager, Roberto
Testa, è stato predisposto un apposito gruppo di lavoro,
presieduto dal direttore di presidio, Lora Cipollone, e composto
dal responsabile di Malattie infettive, Rinalda Mariani, dal
coordinatore del personale infermieristico, Fabrizio Di Stefano,
e dal responsabile dell'ufficio tecnico dell'ospedale Federico
D'Aulerio.
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