Aveva ancora la disponibilità di
diversi beni, nonostante la condanna definitiva a 8 anni di
reclusione per la bancarotta milionaria del suo gruppo
imprenditoriale e la vendita, avvenuta negli anni scorsi, di
beni mobili e immobili, compresa la casa di cura Villa Pini,
oltre a quadri e opere d'arte di grande valore. A Vincenzo
Angelini, magnate della sanità privata abruzzese che con le sue
dichiarazioni fece finire in carcere nel 2008 l'allora
presidente della Regione Ottaviano Del Turco, questi beni sono
stati confiscati, fra ieri e oggi, su disposizione del
procuratore capo della Repubblica di Chieti, Francesco Testa:
nei confronti di Angelini è appena diventata definitiva una
condanna a sette anni di reclusione per truffa ai danni della
Regione Abruzzo, come si legge nell'edizione odierna de 'Il
Centro', che riferisce di un blitz dei Carabinieri per il
recupero di 32 milioni di euro.
I Carabinieri, incaricati di eseguire la confisca che
riguarda un appartamento a Chieti, due a Pescara e una villa a
Francavilla al Mare (Chieti), hanno trovato anche oggetti in
argento, altre opere d'arte il cui valore è da stimare, oro e
pietre preziose. Tutti i beni via via prelevati e confiscati
sono portati in un luogo che viene tenuto sotto stretta
sorveglianza. Negli anni scorsi alcuni beni mobili
dell'imprenditore erano stati misteriosamente sottratti da un
grande garage, mentre molte delle opere d'arte sequestrate
furono vendute da una casa d'aste di Roma nell'ambito della
procedura fallimentare. All'asta, per 31 milioni, fu venduta la
casa di cura 'Villa Pini' di Chieti. Attualmente Angelini sta
scontando in detenzione domiciliare, per motivi di salute, la
condanna per bancarotta fraudolenta, ma con l'ultima pronuncia
della Cassazione, che ha reso definitiva la condanna per truffa,
diventa esecutiva anche la pena detentiva.
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