Fare definitivamente chiarezza su
"scelte strategiche alle quali siamo tutti chiamati e che
determineranno il futuro della nostra Regione nei prossimi 50
anni", mantenendo "l'Abruzzo al centro dello sviluppo economico
dell'Europa". E il corridoio intermodale tra la penisola Iberica
e i Balcani rappresenta il principale banco di prova, visto che
il suo assetto è destinato a condizionare un po' tutto il
sistema della mobilità: alta velocità ferroviaria, porti,
aeroporti, rete autostradale e della grande viabilità. Imprese e
sindacati lanciano un appello ai parlamentari e ai politici con
un manifesto che da sabato "invaderà social media e organi di
stampa".
Quindici le sigle che promuovono l'iniziativa: Agci,
Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confartigianato, Confcommercio,
Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil,
Cisl, Uil, Ugl. Un pubblico impegno assunto con la comunità
regionale dai rappresentanti istituzionali, secondo una formula
che recita "mi adopererò con il massimo impegno nelle mie
funzioni verso il Governo centrale e verso la Commissione Ue per
il pieno riconoscimento di questa trasversale". La trasversale
in questione è il cosiddetto "Corridoio intermodale 5", che
secondo le indicazioni del Parlamento europeo mira a
interconnettere penisola Iberica, Italia e Balcani, lungo la
direttrice che da Barcellona muove verso Civitavecchia, Ortona e
Ploce.
Una direttrice che secondo associazionie sindacati "è più
lineare ed economicamente vantaggiosa rispetto a percorsi
alternativi, che escluderebbero la nostra regione dallo sviluppo
economico e territoriale derivante dal passaggio della rete
intermodale europea". Condizione possibile, si legge "solo se il
nostro territorio sarà in grado di intercettare, da
protagonista, le principali scelte strategiche legate alla
mobilità continentale".
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