"Siamo naturalmente preoccupati
per le vertenze Riello e Brioni, ma penso che tutta l'Italia
stia vivendo una fase difficile. Sapevamo, e tutti gli analisti
sapevano, che passata la pandemia, finite le misure
straordinarie di cassa integrazione e finito il blocco dei
licenziamenti, alcuni comparti industriali avrebbero conosciuto
sicuramente dei contraccolpi forti". Lo afferma il presidente
della Regione, Marco Marsilio, a margine di una conferenza
stampa a Pescara, rispondendo alle domande dei cronisti.
"Fa rabbia - aggiunge il governatore - vedere che magari la
concorrenza nei confronti del nostro Abruzzo viene fatta da zone
come la Polonia dove le Zes sono state fatte subito, non si è
perso tempo e sono quindi più attrattive. Noi ci siamo ritrovati
in Italia, dove, come al solito, per fare una cosa ci vogliono
anni. Ricordo che il governo regionale che mi ha preceduto ha
approvato il programma della Zes solo un giorno prima delle
elezioni per fare propaganda, approvando uno strumento che il
Governo ha lungamente e più volte osservato e costringendoci a
un anno e mezzo di correzioni per un progetto fatto male".
"Ancora oggi - prosegue Marsilio - il commissario nominato
mesi fa non ha ancora ricevuto la bollinatura della Corte dei
Conti e non è stata costituita la struttura di missione. È
chiaro che con queste armi non si può competere alla pari,
perché mentre in Polonia di Zes ne hanno fatte 14 e, insieme a
un costo del lavoro più basso, ci sono sgravi fiscali che
funzionano ormai da anni, in Abruzzo, e in Italia in generale,
ancora aspettiamo di cominciare. L'Italia quindi perde
competitività. Bisogna cambiare decisamente passo e regole.
Strumenti importanti come la Zes - conclude il presidente - non
possono essere vanificati dal ritardo burocratico e dall'eterno
indecisionismo della politica e delle istituzioni italiane".
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