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Lavoro: Marsilio, fase difficile, preoccupano vertenze

Lavoro

Lavoro: Marsilio, fase difficile, preoccupano vertenze

Presidente Abruzzo, fa rabbia vedere concorrenza altri Paesi

PESCARA, 03 settembre 2021, 16:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Siamo naturalmente preoccupati per le vertenze Riello e Brioni, ma penso che tutta l'Italia stia vivendo una fase difficile. Sapevamo, e tutti gli analisti sapevano, che passata la pandemia, finite le misure straordinarie di cassa integrazione e finito il blocco dei licenziamenti, alcuni comparti industriali avrebbero conosciuto sicuramente dei contraccolpi forti". Lo afferma il presidente della Regione, Marco Marsilio, a margine di una conferenza stampa a Pescara, rispondendo alle domande dei cronisti.
    "Fa rabbia - aggiunge il governatore - vedere che magari la concorrenza nei confronti del nostro Abruzzo viene fatta da zone come la Polonia dove le Zes sono state fatte subito, non si è perso tempo e sono quindi più attrattive. Noi ci siamo ritrovati in Italia, dove, come al solito, per fare una cosa ci vogliono anni. Ricordo che il governo regionale che mi ha preceduto ha approvato il programma della Zes solo un giorno prima delle elezioni per fare propaganda, approvando uno strumento che il Governo ha lungamente e più volte osservato e costringendoci a un anno e mezzo di correzioni per un progetto fatto male".
    "Ancora oggi - prosegue Marsilio - il commissario nominato mesi fa non ha ancora ricevuto la bollinatura della Corte dei Conti e non è stata costituita la struttura di missione. È chiaro che con queste armi non si può competere alla pari, perché mentre in Polonia di Zes ne hanno fatte 14 e, insieme a un costo del lavoro più basso, ci sono sgravi fiscali che funzionano ormai da anni, in Abruzzo, e in Italia in generale, ancora aspettiamo di cominciare. L'Italia quindi perde competitività. Bisogna cambiare decisamente passo e regole.
    Strumenti importanti come la Zes - conclude il presidente - non possono essere vanificati dal ritardo burocratico e dall'eterno indecisionismo della politica e delle istituzioni italiane".
   
   

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