Rafforzare la presenza sul
territorio abruzzese e marchigiano, nell'interesse del mondo
produttivo e delle famiglie. E' l'obiettivo della fusione
strategica tra la Banca del Gran Sasso d'Italia e il Banco
Marchigiano, con la quale dal primo ottobre ha preso vita una
nuova Bcc interregionale. Il nuovo istituto di credito, come
illustrato oggi in conferenza stampa a Teramo, ha 28 filiali (25
provenienti dal Banco Marchigiano e 3 dalla Banca del Gran Sasso
d'Italia) suddivise su sei province, e serviranno
complessivamente 106 comuni (74 sotto le insegne del Banco
Marchigiano e 32 della Banca del Gran Sasso d'Italia). La nuova
Banca di Credito Cooperativo ha complessivamente 11.509 soci,
dai 9.120 del Banco Marchigiano e dai 2.389 della Banca del Gran
Sasso d'Italia, con 196 dipendenti (179 Banco Marchigiano, 17
Banca del Gran Sasso d'Italia). Il patrimonio netto della banca
è 75 milioni di euro (70 del Banco Marchigiano) con un attivo
patrimoniale pari a 1 miliardo 118 milioni.
Gli impieghi lordi della nuova realtà sono pari a 585
milioni, per una raccolta totale di 1 miliardo 159 milioni,
mentre i fondi intermediati ammontano a 1 miliardo 709 milioni.
L'intera operazione si è svolta sotto l'egida della Cassa
Centrale Banca S.p.A. che è la capogruppo di cui fanno parte
entrambe le Bcc.
"Si tratta di una pagina importante per la storia della Banca
del Gran Sasso d'Italia che da questa fusione strategica esce
'rivalutata' e più forte di prima - ha sottolineato il
presidente della Banca del Gran Sasso d'Italia Giulio
Sottanelli, annunciando la sua uscita dalla governance
dell'istituto di credito - Un dato che testimonia quanta strada
è stata fatta e quanto di buono è stato costruito in questi
anni, malgrado la crisi che ha colpito il nostro settore e ha
visto tante BCC, nate prima e dopo di noi, sparire dalla scena
italiana". Nel Cda del nuovo istituto , composto da 11
rappresentanti del Banco Marchigiano e 2 della Banca del Gran
Sasso, a cui è andato anche il ruolo di vice-direttore),
quest'ultima sarà rappresentata, previa autorizzazione della
Bce, dall'attuale vice presidente, Gabriele Di Simone, e da
Domenica Arangiaro.
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