Realizzare un cippo o un monumento
nella piana di Bazzano per rendere memoria "all'importanza che
la guerra dell'Aquila e la decisiva battaglia del 2 giugno 1424
hanno avuto non solo nella storia civica, ma finanche europea".
A proporlo è la docente Angela Casilli, che affida l'idea alle
"autorità comunali e a quelle associazioni culturali che in
questi ultimi anni si sono tanto lodevolmente impegnate a
rievocare questo vittorioso evento della storia dell'Aquila".
"Nella storia dell'Aquila gli anni 1423-24 - scrive la
Casilli - sono ricordati come la guerra di Braccio da Montone e
la città sarà coinvolta, suo malgrado, nell'intricata questione
della successione alla regina Giovanna II d'Angiò, ribellandosi
ai disegni della sovrana che, non avendo figli, aveva designato
a succederle Alfonso d'Aragona invece di Luigi III d'Angiò. La
regina aveva nominato governatore degli Abruzzi il perugino
Braccio Fortebraccio da Montone, in cambio degli aiuti militari
contro Iacopo (Muzio) degli Attendoli che si era guadagnato il
soprannome di Sforza dal suo maestro Alberico da Barbiano per la
tenace resistenza, il rifiuto di ogni scoraggiamento e la
capacità di rovesciare a proprio favore le situazioni più
difficili".
"Negli anni 1423-24 - prosegue la Casilli - l'Italia intera
attese la fine dello scontro dal cui esito sembrava dipendere
l'assetto della Chiesa, del Regno di Napoli, del ducato
Visconteo di Milano e della Toscana. La situazione di per sé
complicata, precipitò per la decisa opposizione dell'Aquila ai
disegni di Braccio Fortebraccio da Montone, che il 12 maggio
1423 si presentò sotto le mura aquilane, contestando alla città
l'aperta ribellione alla sua sovrana.
In un primo momento la città era stata favorevole alla politica
di usurpazione di Braccio, ma poi l'atteggiamento cambiò e
divenne di netta opposizione quando L'Aquila si rese conto che
un'eventuale signoria di Braccio avrebbe ridotto di molto, se
non addirittura annullato, l'autonomia di cui godeva e che le
derivava dalla sua natura demaniale.
L'assedio durò tredici lunghi mesi ma la coalizione di Giovanna
II, Papa Martino V, Filippo Maria Visconti, permisero la
resistenza della città e lo sfaldamento del fronte braccesco".
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