Una ricchissima sepoltura
ellenistica, databile IV-III secolo a.C., è stata scoperta a
Chieti nell'ambito degli scavi di archeologia preventiva del
progetto del Comune di riqualificazione di piazza San Giustino.
Ne ha dato notizia la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e
Paesaggio di Chieti e Pescara che su Facebook descrive la
sepoltura inusuale per la forma quasi quadrangolare, definita
nel perimetro da lastre e blocchetti di arenaria, una struttura
funeraria che risulta doppia nell'estensione rispetto alle
normali sepolture, e appare finora unica nel contenuto: una
donna piuttosto minuta nelle proporzioni, ma robusta
nell'ossatura, è accompagnata nel viaggio ultraterreno da un
ricchissimo corredo di vasi bronzei e ceramici, questi ultimi di
importazione; il suo abbigliamento e il suo corpo erano decorati
da fibule, da elementi di bronzo, da vaghi in pasta vitrea e da
amuleti. L'inumazione, singola e supina - fa sapere la
Soprintendenza - occupa il lato meridionale della fossa ed è
rivolta ad ovest, mentre nella metà settentrionale, a destra
dell'inumata, sono stati sistemati e deposti gli oggetti del
ricco corredo. Terminato lo scavo, solo lo studio dei materiali,
le analisi antropologiche e quelle condotte sul contenuto dei
diversi vasi, le indagini sull'intero contesto tombale e sui
processi post-deposizionali di alterazione dello stato iniziale,
oltre a quelle topografiche dovranno chiarire, se possibile, la
struttura della necropoli che occupava questa parte del colle.
Si potrà così chiarire - conclude la Soprintendenza - la
definizione di una fase lontana della nostra storia: la Teate
del IV secolo avanti Cristo ha ancora pochi elementi
documentati, ma quelli recenti già suggeriscono una realtà
ricca, con una società e un'economia basate su contatti con
altri ambiti e conseguenti importazioni, ricettiva ad apporti
esterni, già preminente nel contesto territoriale marrucino".
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