Seicento avvocati della
Marsica in sciopero, in tre fasi per complessivi tre mesi, per
protestare contro la soppressione del tribunale di Avezzano
(L'Aquila), inserito tra i cosiddetti minori, prevista nel
prossimo mese di settembre. Il pacchetto è stato deciso ieri
dall'assemblea dell'Ordine degli avvocati del capoluogo
marsicano.
La riforma della giustizia che, dopo numerose proroghe, il
governo vuole attuare dal 14 settembre prossimo, in Abruzzo
prevede anche la chiusura dei tribunali di Sulmona (L'Aquila),
Vasto e Lanciano, questi ultimi due in provincia di Chieti.
Avezzano, secondo le nuove norme, sarà accorpato al
Tribunale dell'Aquila. Nell'incontro di ieri in tanti hanno
chiesto di occupare la sede del tribunale: gli avvocati, in
testa il presidente del Consiglio dell'ordine, Franco Colucci,
hanno sottolineato che le prestazioni che si registrano ogni
anno ad Avezzano sono tra le più efficienti d'Italia. I legali
hanno chiesto una nuova proroga perché il Governo, in
particolare il ministro della Giustizia Marta Cartabia, possa
procedere alla revisione della geografia giudiziaria italiana:
"si rischia di fare un salto nel buio. Bisogna aggiornare la
geografia che risale a dieci anni fa, alla luce delle nuove
condizioni - spiega l'avvocato Colucci -. Il governo deve
decidere come affrontare il problema: ad Avezzano si fa più
attività che all'Aquila, accorpando in queste condizioni si
arriverebbe a far scoppiare la giustizia del territorio. E
questo già solo pensando alla logistica e alle sedi".
Gli avvocati hanno chiesto un incontro con il ministro "già
concesso al presidente della Regione, Marco Marsilio, ma mai
avvenuto". Gli avvocati hanno comunicato oggi l'iter relativo
alle comunicazioni della protesta: la stessa si basa
sull'astensione dalle udienze per tre mesi nel rispetto del
codice di autoregolamentazione che prevede tra le altre cose, la
comunicazione al capo dell'Ufficio dieci giorni prima
dell'inizio dell'astensione e che può durare per un periodo
consecutivo massimo di otto giorni.
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