La storica piscina comunale
dell'Aquila, nel tempi pre covid frequentata da centinaia di
persone e da tanti atleti, rischia di chiudere i battenti a
causa della pandemia e del caro bollette. A lanciare l'allarme
in un post su Fb è Gianni Benevieri, responsabile dell'Asd 'Rari
Nantes' L'Aquila, l'associazione che gestisce l'impianto di
proprietà del Comune: tra covid e bollette, è crisi senza fine -
ha scritto il gestore -. Se non arriveranno aiuti, chiuderò il
mese prossimo - ha annunciato Benevieri, a capo di un sodalizio
che da anni dà lavoro a decine famiglie.
Sul tema lunedì prossimo è previsto un incontro tra la
società di gestione e il sindaco, Pierluigi Biondi, e
l'assessore allo sport Vito Colonna. Le difficoltà nella piscina
comunale si aggiungono a quelle di Verdeaqua, altro impianto
comunale chiuso da mesi dopo l'abbandono dei gestori, un bando
andato deserto e un altro in scadenza nel prossimo mese di
marzo.
Michele Suriani, capo Dipartimento Piano ripresa e resilienza
(Pnrr) della Lega Abruzzo, nel chiedere l'intervento degli enti
locali, ha individuato nei fondi del Pnrr la possibilità di
sostenere le società che hanno impianti pubblici e privati al
chiuso. "È palese l'enorme calo di presenze nelle piscine
pubbliche e private, a causa del Covid, a fronte di un aumento
dei costi energetici e di gestione cui l'associazione rischia di
non poter più far fronte nel breve termine. Per questo,
nell'ambito del disagio sociale che molti bandi PNRR stanno
cercando di contrastare con ogni soluzione, è indispensabile
individuare urgentemente ogni proposta a sostegno dello sport,
in particolar modo quello svolto in spazi chiusi, e delle
associazioni che con dedizione e ammirevole perseveranza
continuano incessantemente, con il sorriso, a garantire il
servizio ai ragazzi di ogni età, alle famiglie, alla
collettività".
Per il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Stefano
Palumbo, "la città europea dello sport 2022 rischia di rimanere
senza piscine. Mai come in questo momento lo sport cittadino è
in sofferenza, per irrisolti problemi strutturali, economici,
sociali e per gli effetti della pandemia che stanno portando
molti giovani ad abbandonare le proprie attività".
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