Questa mattina alle 9 gli
armatori e i pescatori pescaresi hanno riconsegnato alla
Capitaneria di Porto per protesta i libretti e i documenti di
bordo dopo aver iniziato da ieri lo stato di agitazione.
"Con il gasolio a 1,10, 1,20 euro al litro - spiega
l'armatore Doriano Camplone - noi usciremmo in mare solo per
pagare spese e carburante. In questa situazione non si può
andare avanti. Lavorare così sarebbe antieconomico anche perché
abbiano dipendenti per cui auspichiamo un'azione del Governo
almeno per un abbassamento delle tasse per provare ad andare
avanti ma chiaramente non è semplice. Oggi abbiamo riconsegnato
i documenti come io libretto carburanti, il ruolino di
equipaggio e la licenza di navigazione senza i quali non si
possono mollare gli ormeggi".
Fabrizio Verzulli, altro armatore pescarese spiega che "per
noi restare a terra è doloroso. Significa non lavorare, non
guadagnare considerando però che ci sono spese fisse comunque da
sostenere. Questo è un problema che riguarda tutte le marinerie
italiane ma qui a Pescara di problemi ce ne sono anche altri
come quello dell'insabbiamento dei fondali".
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