"Viviamo un tempo
attraversato da sfide drammatiche e sconvolgenti: dopo due anni
di calamità pandemica assistiamo, sgomenti, alle violenze
devastanti della guerra in Ucraina. Registriamo una 'eclisse'
culturale ed etica molto ampia e intensa: i suoi 'coni d'ombra',
purtroppo, coprono molti versanti della nostra epoca, rendendoli
oscuri, e provocano dannose ricadute sul piano sociale e
personale". Così il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo
dell'Aquila, nel messaggio di auguri di Pasqua alla comunità
aquilana che il 6 aprile di 13 anni fa è stata funestata dal
tragico sisma.
"L'annuncio della Pasqua ci offre la certezza che è possibile
riscattarsi dal male che ci abita: il Signore, crocifisso e
risorto, può tirarci fuori dal pantano delle nostre fragilità,
da cui non riusciamo da soli ad emanciparci - si legge nel
messaggio -. Come è noto, dal punto di vista astronomico
l'eclisse si produce quando la luna si interpone tra la terra e
il sole. Se la luna mantiene la giusta collocazione, riceve luce
dal sole: così diventa il suo 'specchio' e, di notte, ne
riflette i raggi sulla terra. Ma quando 'copre' il sole si
trasforma in una barriera che impedisce alle radiazioni luminose
di raggiungere il nostro pianeta. Allora il buio avvolge tutto e
sottrae ogni cosa allo sguardo: vince la notte, in cui non si
vede né sole, né luna, né terra".
Secondo il cardinale, "anche sul piano umano, capita che idee
false, abitudini sbagliate, atteggiamenti egoistici finiscano
per provocare un 'effetto-eclisse' spirituale e morale: in
questo caso si 'offusca' la capacità di emettere giudizi 'veri'
e di compiere scelte corrette". "Dio fa sempre sorgere il sole
del Suo Amore dentro di noi e non fa mancare la luce del
Vangelo: se la condizione di tenebra ha la meglio e si protrae
nel tempo, occorre chiedersi cosa, nell'anima, si interpone tra
noi e il Signore, provocando l''effetto-eclisse' interiore".
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