Sarebbe stato "un errore umano,
una marcia tolta inavvertitamente", la causa dello sfrenamento
della Passat che è piombata sull'asilo Primo Maggio uccidendo un
bambino e ferendone altri cinque. E' quanto emerso
dall'interrogatorio di oggi in Procura alla donna conducente del
mezzo. Lo confermano fonti difensive. La donna ha ribadito
quanto dichiarato ieri di aver tentato di frenare la macchina
con le mani, senza riuscirci. Nell'auto parcheggiata era rimasto
il figlio 12enne. "Mi ha avvertito mio figlio gridando mamma!",
avrebbe detto la donna in lacrime ai giudici. Il ragazzino si è
poi buttato dalla macchina in corsa.
L'interrogatorio della 38enne conducente dell'auto è durato
circa un'ora e mezza. Presenti il sostituto procuratore titolare
dell'inchiesta Stefano Gallo, il difensore Stefano Valentini,
rappresentanti della Squadra Mobile, e in alcune fasi ha
presenziato anche il capo della Procura aquilana Michele Renzo.
La donna ha rischiato anche lei di essere travolta dalla
macchina "e solo alla fine mi sono dovuta scansare", avrebbe
detto. "Ricordo quando ho parcheggiato di aver inserito la prima
marcia ma non il freno a mano".
Si è trattato in alcuni momenti di un interrogatorio drammatico,
durante il quale si è detta "disperata", assieme a tutta la
famiglia per il dolore provocato per la morte del piccolo
Tommaso e il ferimento degli altri cinque bimbi.
Piangendo la 38enne, che è indagata per omicidio stradale, ha
confessato che "mi ha detto mio figlio di aver inavvertitamente
tolto la marcia. Mio figlio si è anche ferito nel gettarsi
dall'abitacolo".
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