Esclusi dagli scrutini delle
quinte, ma invitati in via informale il giorno dopo per altre
classi, alcuni insegnanti demansionati benché in possesso di
'green pass rafforzato', per guarigione da covid, chiedono alla
dirigente scolastica revoca del demansionamento. Il
provvedimento non arriva, vanno comunque a scuola e chiedono sia
messa a verbale la loro presenza come personale a supporto di
attività didattiche, ma al rifiuto della dirigente scoppia il
caos e gli scrutini vengono rinviati. E' successo in un istituto
superiore di Chieti dove ora il rischio è che a fare le spese
della confusione siano gli studenti. I docenti demansionati,
spiega il loro legale, Maria Franca D'Agostino, non hanno potuto
completare le votazioni minime regolari richieste dal piano
dell'offerta formativa, nel frattempo si è appreso che gli
insegnanti chiamati a sostituirli non hanno valutato gli
studenti con prove né scritte né orali. "I docenti hanno chiesto
di essere sollevati da responsabilità in merito a eventuali
votazioni non regolari"ma, riferiscono, è stato impedito loro di
effettuare dichiarazioni a verbale. "Il confronto acceso tra i
presenti durante uno scrutinio - rievoca D'Agostino - è sfociato
in alcuni malori e per due persone è stato chiesto l'intervento
del 118". L'avvocato cita il precedente del Tribunale di
Grosseto, Sezione lavoro, che con provvedimento n. 635/2022 del
3 maggio ha disposto l'immediata reintegra di una docente con
'green pass rafforzato'. "Nel caso dei miei assistiti, spiega,
si è creata una situazione di disparità in quanto agli stessi
sono state raddoppiate le ore di lavoro settimanali e oggi sono
gli unici insegnanti nell'edificio scolastico. Sono stata
incaricata di rivolgere formale richiesta alla scuola in ordine
alla loro posizione fino al 15 giugno: per assurdo, qualora non
si recassero al lavoro, sarebbero passibili di provvedimenti
disciplinari, perché assenti ingiustificati sulla base del
demansionamento, seppure illegittimo. Mi auguro che alla ripresa
dell'anno scolastico non dovremo più assistere a tali situazioni
incresciose e discriminatorie di cui qualcuno sarà comunque
chiamato a rispondere, anche ai fini di un risarcimento danni".
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