Sulle dichiarazioni del presidente
della Regione Marsilio in merito al rinvio a giudizio del
manager Asl Ciamponi presa di posizione della Anm abruzzese che
dice "la giunta esecutiva ANM dell'Aquila evidenzia come non
siano accettabili, pur nella libertà di critica, le affermazioni
ivi contenute, che gettano discredito non solo sui magistrati
impegnati nella trattazione del procedimento penale, ma
sull'intero ordine giudiziario e, provenendo da un autorevole
esponente politico, sono capaci di ingenerare disorientamento
nell'opinione pubblica, minando la fiducia dei cittadini
nell'Istituzione giudiziaria". "Le parole del presidente della
Regione, pronunciate all'indomani della notizia del rinvio a
giudizio disposto dal Tribunale di Pescara nei confronti del
direttore generale della Asl nell'ambito della vicenda degli
'appalti sanità', travalicano i limiti della legittima critica e
mirano a delegittimare, agli occhi dell'opinione pubblica, i
magistrati che si occupano del processo. I pubblici ministeri
hanno formulato un'ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata
nel dibattimento, all'interno del processo e nel rispetto delle
garanzie difensive. Non è tollerabile l'azione di screditamento
di un processo in corso di svolgimento altresì paventandosi
'errori giudiziari' e difetti investigativi, specie quando essa
viene esercitata, attraverso gli organi di stampa, da chi
riveste importanti incarichi istituzionali. Destano forte
perplessità e sgomento i toni e le certezze manifestate,
attraverso giudizi apodittici e di valore morale, dal presidente
della Regione, con specifico riferimento ad alcune persone già
coinvolte nel procedimento, una delle quali peraltro non più in
condizioni di difendersi per effetto del tragico epilogo della
sua esistenza, nell'ambito di un processo nel quale, peraltro,
la stessa Asl si è costituita parte civile".
"Stride l'invito rivolto dal presidente della Regione
all'imputato Ciamponi di volere esibire la propria autovettura,
nell'ipotesi accusatoria prezzo di corruzione, presso piazza
Salotto di Pescara, luogo che notoriamente ha ospitato in
passato i resti dell'autovettura sulla quale viaggiavano le
vittime della strage di Capaci".
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