Il Comitato cittadino per la
salvaguardia e il rilancio di Chieti scende in campo per
"difendere" il policlinico e lancia un appello ai consiglieri
comunali "a mettere da parte le casacche dei rispettivi
schieramenti partitici, a superare le divisioni ideologiche e le
sterili polemiche da campagna elettorale per trovare una linea
comune in difesa della nostra collettività e delle sue esigenze
che nel campo della sanità si identificano con quelle di un più
ampio territorio": ciò in vista della seduta straordinaria del
Consiglio Comunale di Chieti sulla sanità in programma lunedì 27
giugno. Il Comitato teme infatti il depotenziamento del
nosocomio teatino, se dovessero passare le osservazioni
ministeriali al piano regionale ospedaliero che prevede quattro
Dea di 1° livello, comprese le strutture che attengono alle
discipline più complesse, per Chieti, L'Aquila, Pescara e
Teramo, e nessun Dea di 2° livello. "Ma da Roma - dicono dal
Comitato - si insiste per un Dea di secondo livello che, stando
a voci trapelate o messe in giro ad arte, dovrebbe essere quello
di Pescara, con conseguente ridimensionamento di fatto degli
altri nosocomi".
Secondo il Comitato, che ricorda come la precedente Giunta
regionale, con delibera del 27 maggio 2017, avesse previsto un
Dea funzionale di 2° livello Chieti-Pescara "che rimase però
sulla carta, al pari di un consimile Dea L'Aquila-Teramo", "se
quanto temuto dovesse verificarsi, verrebbe messa a grave
rischio la permanenza delle cliniche universitarie al "SS.
Annunziata" la cui presenza, da sola darebbe, invece, allo stato
attuale dei fatti titolo al nostro policlinico per aspirare a un
Dea di 2° livello. E le stesse cliniche universitarie
finirebbero col prendere la strada del nosocomio pescarese
innestando una serie di provvedimenti a cascata con il più che
probabile trasloco, nel tempo, della facoltà di Medicina, dei
corsi di laurea per professioni sanitarie e delle scuole di
specializzazione sulle rive dell'Adriatico".
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