L'Ente Regionale Servizio
Idrico Integrato (Ersi) con deliberazioni del 30 giugno 2022, ha
approvato le istruttorie per la verifica dei requisiti sulla
gestione autonoma del servizio idrico integrato, avente ad
oggetto i Comuni le cui reti non sono mai confluite al gestore
unico. L'esito è stato negativo per 21 Comuni su 25, che vengono
"ritenuti dall'Ersi non legittimati a gestire la propria rete
idrica come hanno sempre fatto finora". Lo affermano, in una
nota, i sindaci di 15 piccoli comuni.
La conseguenza, spiegano i primi cittadini di Alfedena,
Anversa degli Abruzzi, Barete, Barrea, Bussi sul Tirino,
Calascio, Canistro, Capitignano, Castel del Monte, Civitella
Roveto, Fano Adriano, Rocca Pia, San Valentino, Scontrone e
Villetta Barrea, è che "dal 1 luglio 2022 i Gestori Unici dei 6
ambiti dell'Abruzzo subentrano ai Servizi Idrici Comunali e
ricevono le Gestioni dall'Ersi entro il 30 settembre".
I comuni "non legittimati" sono Roio del Sangro, Calascio,
Rocca Pia, Corvara, Pennadomo, Sant'Eufemia a Maiella, Anversa
degli Abruzzi, Fano Adriano, Castel del Monte, Campotosto,
Scontrone, Villetta Barrea, Capitignano, Barete, Barrea,
Alfedena, Capestrano, Canistro, San Valentino, Bussi sul Tirino
e Civitella Roveto.
Si tratta di piccoli paesi montani che, "cedendo le proprie
reti ad un gestore unico, avrebbero come effetto immediato un
innalzamento delle tariffe a discapito dell'utenza, a fronte di
improbabili investimenti e potenziamenti del servizio viste le
condizioni economiche in cui versano tali aziende. Anche l'acqua
fornita, proveniente direttamente dalle nostre sorgenti montane
e debitamente controllata - dicono i sindaci - rischia di essere
sostituita da approvvigionamenti alternativi e di minore
qualità".
"Risulta palese come l'Ersi - dicono - abbia interpretato con
rigidità i requisiti richiesti per la legittimazione previsti
all'art. 147 del d.lgs. 152/2006, introducendo vincoli e
condizioni non previsti dalla normativa che hanno sottratto ai
Comuni il chiaro diritto alla prosecuzione della Gestione". Per
questi motivi i sindaci "stanno valutando l'affidamento
dell'incarico a uno studio legale per la tutela degli interessi
dei propri cittadini utenti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA