"Gli anni passano e ci troviamo
sempre a discutere sui medesimi problemi, senza che nulla o
quasi sia stato fatto per risolverli". Così il Wwf
Chieti-Pescara a proposito del depuratore di San Martino di
Chieti, gestito dal Consorzio di Bonifica Centro, dopo che un
cittadino, nei giorni scorsi, ha segnalato ai carabinieri
forestali e alle guardie ambientali dell'associazione
ambientalista come "un vasto tratto del fiume Pescara" fosse
diventato di un "inquietante colore marrone in corrispondenza
del canale di scolo del depuratore".
"Un impianto - ricorda il Wwf - già in passato interessato da
inchieste giudiziarie e polemiche e più volte sotto accusa per
sversamenti e per gli odori emessi. Negli anni si sono
susseguiti inchieste, interventi anche clamorosi, prescrizioni
tecniche da parte dell'Agenzia Regionale per la Tutela
Ambientale (Arta), ma sostanzialmente la situazione è rimasta
sempre la stessa. Anche le recenti reciproche accuse di
inadempienza tra Comune di Chieti, principale ente pubblico
fruitore del depuratore, e il Consorzio di Bonifica, non sono
una novità".
"Vero è che il depuratore, per ovvie ragioni, non può essere
fermato e che i lavori di adeguamento richiedono un certo tempo
- afferma la presidente del Wwf Chieti-Pescara, Nicoletta Di
Francesco - Ma se mai si comincia… Oggi c'è anche l'eccezionale
occasione del Pnrr che potrebbe offrire una fondamentale fonte
di finanziamento per intervenire una volta per tutte risanando
la gestione delle acque reflue e quant'altro serve per aumentare
davvero la nostra capacità di resilienza di fronte alle
preoccupanti prospettive climatiche che stiamo già affrontando,
ma dalle notizie che circolano sembra che in Abruzzo siano
assurdamente altre le priorità sulle quali si sta puntando".
"I cittadini - afferma l'associazione - hanno diritto a
informazioni chiare e aggiornate: quali sono i problemi e come
risolverli, quali esattamente le prescrizioni dell'Arta, quali
le strategie messe in atto, progettate o almeno ipotizzate da
mettere in campo, i tempi di intervento. Perché solo attraverso
informazione e partecipazione - conclude il Wwf - si garantisce
una gestione davvero democratica della cosa pubblica".
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