"Bitcoin non è una truffa e non
si presta particolarmente a certi tipi di giochi: quando ci
viene proposto un investimento che ha dei rendimenti garantiti,
che utilizza qualche mirabolante schema di arbitraggio o qualche
tecnica segreta di investimento o ancora quote di macchine per
il mining di Bitcoin, è sempre meglio starne alla larga. Di
operatori legittimi che offrono, in Bitcoin o in altri strumenti
finanziari, rendimenti garantiti non ne esistono". A mettere
sull'avviso i risparmiatori è l'analista di Criptovaluta.it,
l'abruzzese Gianluca Grossi.
"Allo stesso modo - aggiunge - non dobbiamo rispondere mai a
sollecitazioni all'investimento che arrivano via telefono oppure
via messaggio o ancora tramite dei contatti su internet. Tutta
la cultura che si è sviluppata intorno a Bitcoin invita tutti ad
essere banca di sé stessi. Non abbiamo bisogno di 'intermediari'
per investire e far fruttare i nostri sudati denari. E quando le
offerte sono troppo belle per essere vere, probabilmente non lo
sono".
"E se Bitcoin dovesse interessarci davvero - spiega ancora -
la prima cosa da fare per proteggersi è studiare come funziona,
comprarlo per conto nostro e detenerlo al di fuori di servizi
terzi. Cosa che è la filosofia più forte che si è sviluppata
intorno a questa rivoluzionaria tecnologia: il diventare banca
di noi stessi e di non fidarci, ma verificare.
I bitcoiner duri e puri invitano a non fidarsi neanche delle
banche. Figuriamoci se potrebbero mai versare i loro amati
satoshi (misura minima del sistema monetario Bitcoin, ndr) ad un
imbonitore che promette il 10% di rendimenti, che siano
settimanali, mensili o annuali. Perché quando sono garantiti c'è
sempre un inghippo".
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