"Non ci rassegniamo a veder
morire lentamente le nostre aree interne, in una sorta di
accanimento terapeutico, ma vogliamo costituirci baluardo, forza
per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare
sinergie". Lo affermano i vescovi italiani nel documento finale
stilato a Benevento al termine dell'incontro sulle aree interne
al quale hanno partecipato oltre 30 vescovi dalle diocesi di
Molise, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia,
Basilicata, Calabria, Sicilia.
"Chiediamo alla politica interventi seri, concreti,
intelligenti - prosegue il documento diffuso dall'arcivescovo di
Campobasso, monsignor Giancarlo Bregantini - ispirati da una
progettualità prospettica, non viziata da angusti interessi o
tornaconti elettorali: in tal senso, qualora entrasse in vigore
l'autonomia differenziata, ciò non farebbe altro che accrescere
le diseguaglianze nel Paese; come comunità cristiana vogliamo
crescere nella consapevolezza e nella partecipazione".
"Dobbiamo ripensare l'esercizio del ministero presbiterale e
promuovere con decisione il sacerdozio di tutti i battezzati,
una ministerialità diversificata e responsabile, la
valorizzazione del diaconato permanente, le forze del laicato,
quello femminile in particolare, che costituisce una parte
consistente del tessuto delle nostre comunità". Passaggi del
documento vengono poi dedicati agli anziani ("La loro presenza
numerosa costituisce, in queste nostre realtà, un patrimonio di
umanità e di esperienze di vita che va assolutamente
valorizzato") e ai migranti: "Loro possono costituire
un'opportunità per ravvivare molte realtà soggette a un
decremento progressivo della popolazione, ma è necessario
affinare la disponibilità all'ascolto, ad assumere, nel rispetto
della legge, logiche inclusive, non di esclusione".
"La Chiesa non vuole abbandonare questi territori, senza per
questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero
per sclerotizzarla. In tal senso c'impegniamo ad aiutare i
giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro
solidarietà concreta, e ad accompagnare quelli che vogliono
andare, con la speranza di vederli tornare arricchiti di
competenze ed esperienze nuove".
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