Il primo "Protocollo d'intesa per
la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazioni
criminali" firmato in una Zona Economica Speciale (Zes) è stato
sottoscritto oggi nel Palazzo del Governo di Chieti, promosso
dal Commissario straordinario della Zes Mauro Miccio e sostenuto
dal prefetto Armando Forgione. Il protocollo interviene nelle
aree dove sono previsti interventi infrastrutturali pubblici:
aree portuali di Ortona e Vasto con investimento di circa 40
milioni. Nelle Zes le imprese già operative o di nuovo
insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e
semplificazioni amministrative, ma, vista la contingenza
straordinaria conseguente alla crisi sociale e sanitaria causa
dalla pandemia e alla guerra nel cuore dell'Europa - con
conseguenze su approvvigionamento materie prime e forniture
energetiche - la mole di finanziamenti e progetti che le Zes
gestiscono per innovare, infrastrutturare, riconvertire
energeticamente le aree produttive è strategica per
l'ammodernamento del sistema produttivo Paese.
"Con il Protocollo non aumentano gli adempimenti a carico
delle imprese: tutt'altro - ha detto Miccio - Le Zes nascono per
agevolare gli investimenti non solo in termini di convenienza,
ma anche in facilità e velocità delle procedure burocratiche.
Grazie alle Zes è possibile avviare procedure semplificate,
individuate anche attraverso protocolli e convenzioni tra
amministrazioni locali e statali, regimi e procedimenti speciali
rispetto a quelli della normativa ordinariamente applicabile. La
legalità, intesa come rispetto delle regole, è un pilastro dello
sviluppo, non un freno, la semplificazione non può tradursi in
deregolamentazione e il Protocollo serve a mettere in rete i
soggetti in possesso di dati e informazioni per accelerare le
fasi preliminari del controllo e monitorare quelli successivi in
fase di realizzazione. Una tutela per le imprese, salvaguardia
per il territorio, tutela forte per i lavoratori garantiti da un
sistema che ne preserva i diritti. Questa la strada maestra da
seguire evitando, una nuova, poco chiara ed ennesima riforma del
Codice degli Appalti che rappresenterebbe l'ennesimo compromesso
fra opposte aspettative".
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