Primo giorno di scuola, in
Abruzzo, per circa 165mila studenti. Se oggi la prima campanella
è ufficialmente suonata per gli alunni degli istituti abruzzesi,
non mancano coloro che erano già rientrati in aula nei giorni
scorsi come stabilito da delibere collegiali delle singole
scuole che avevano deciso di anticipare l'avvio delle lezioni
sulla base della deliberazione della Giunta Regionale n. 308 del
14 maggio 2022, che fissava a lunedì 12 settembre la riapertura.
La Flc Cgil, in occasione della ripresa delle lezioni, si
sofferma sul problema dello spopolamento, considerando che
nell'anno scolastico 2022-2023 "si registrano circa 2.700 alunni
in meno rispetto al precedente. I numeri - rileva il sindacato -
testimoniano il progressivo impoverimento della scuola in
Abruzzo. È sempre più difficile organizzare un servizio
scolastico con numeri di questo tipo laddove abbiamo criteri di
assegnazione dell'organico che tengono presente il numero
assoluto. Di fatto ci sono meno alunni, meno organico, meno
servizi e meno tempo scuola".
Superata l'emergenza Covid-19, che "ci auguriamo sia passata
definitivamente - prosegue il sindacato - c'è da dire che non
sappiamo quello che accadrà. Ci troviamo di fronte a
un'organizzazione delle lezioni che prevede che non ci siano
mascherine, sono venuti meno i requisiti che c'erano in
precedenza, ma viene chiesto di aprire le finestre e questo in
contesti come quelli abruzzesi, fatti di aree interne e
territori montani, può essere un problema. Non si è invece
intervenuti in modo strutturale, ad esempio con sistemi di
aerazione".
Altro problema è che "non ci sono più i lavoratori del
cosiddetto organico Covid, cioè vengono meno circa 2000 unità di
personale, che in questi anni sono state usate anche per
attività di ordinaria amministrazione". Si tratta, per la Flc
Cgil, di un "tema molto grave", che si aggiunge a quello del
precariato. "Quasi il 20% dell'organico regionale è precario.
Questo è un dato molto negativo. La precarietà, tra l'altro,
riguarda soprattutto il sostegno. Quasi la metà degli insegnanti
di sostegno è precaria o non stabile, in un settore dove la
continuità didattica sarebbe fondamentale", conclude il
sindacato abruzzese.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA