Oltre 150 esperti sono riuniti a
L'Aquila per discutere le maggiori sfide riguardanti la
progettazione dell'infrastruttura e del detector dell'Einstein
Telescope (Et), il più grande e sensibile telescopio di onde
gravitazionali.
Il workshop scientifico-tecnologico è in programma sino a
venerdì 21 al Gran Sasso Science Institute, a L'Aquila. Si
propone come un importante momento per avvicinarsi alla
realizzazione tecnica dell'Et, il progetto maggiormente avanzato
in Europa per la realizzazione di un'infrastruttura sotterranea
volta a ospitare le generazioni future di rivelatori di onde
gravitazionali, entrato recentemente nel piano d'azione del
Forum strategico europeo per le Infrastrutture di ricerca
(Esfri).
"L'Einstein Telescope sarà potenzialmente uno dei pilastri della
fisica moderna - spiega una nota del Gssi -. Avrà un forte
impatto sulla cosmologia, l'astrofisica e la fisica
fondamentale. Essendo uno degli strumenti scientifici più
complessi ad essere creati nel ventunesimo secolo, genererà
nuove tecnologie negli ambiti dell'ottica quantistica, del
rilevamento ad alta precisione, dei sistemi di vuoto, della
ricerca sui materiali, del monitoraggio ambientale, con
applicazioni nell'industria e nella ricerca anche al di fuori
del campo delle onde gravitazionali".
Il gruppo Et e le attività sperimentali al Gssi sono coordinate
dal professor Jan Harms, già membro del comitato direttivo Et
fino alla costituzione ufficiale della collaborazione Et nel
giugno 2022, ora membro del Comitato di Collaborazione e
presidente di divisione dell'Et Instrument Science Board.
Il gruppo Gssi contribuisce in questo modo anche allo sviluppo
di tecnologie di controllo e riduzione del rumore per Et.
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