"Il calcio italiano ha perso la
sua identità e continua a non puntare sul settore giovanile, che
è vitale per la sopravvivenza del calcio e per sfornare nuovi
campioni. Più che la tattica dovete imparare a giocare a calcio,
ragionando sempre come squadra". A sostenerlo è Giovanni
Galeone, in un incontro con giovani calciatori organizzato dal
Comune di San Salvo (Chieti) dove si è raccontato ricordando di
essere stato uno scugnizzo napoletano e di essere riuscito ad
affermarsi nel calcio prima come calciatore e poi come
allenatore, sempre con impegno e sacrificio.
L'ex tecnico di Napoli, Udinese e Pescara ha ripercorso la
sua lunga carriera da allenatore, che ha avuto inizio nel
settore giovanile dell'Udinese, dove ha lasciato i ricordi più
belli. Maniaco della tecnica individuale e dei fondamentali, più
che della tattica, concetto ribadito più volte: "Tattica che si
può sintetizzare in poche decine di minuti davanti alla lavagna,
credete a un vecchio come me di 82 anni". Galeone ha insistito
sull'importanza del settore giovanile per la crescita dei futuri
calciatori, come uomini e come sportivi. Prima dell'incontro è
arrivata una chiamata inaspettata, quella dell'allenatore
bianconero Massimiliano Allegri, giocatore nel Pescara con 110
presenze, che si è intrattenuto a lungo con Galeone al
cellulare, poi passato al sindaco, Emanuela De Nicolis, che ha
invitato il tecnico bianconero a visitare San Salvo.
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