Gli agricoltori, le
aziende e i ristoratori custodi, i prodotti del territorio da
impiegare in gustose ricette raccolte in un libro illustrato, il
recupero di antichi edifici dove sono stati ricavati nuovi posti
letto rispondendo alla richiesta sempre maggiore di turismo
esperienziale: il Parco Nazionale della Maiella negli ultimi
vent'anni è stato precursore di tante iniziative per la
valorizzazione e promozione del territorio che nel tempo hanno
favorito il ripopolamento di alcune aree montane e la nascita di
nuove imprese legate all'agricoltura. Lo ha raccontato
entusiasta il direttore dell'ente Luciano Di Martino, in un
incontro con la stampa organizzato in una delle aziende custodi,
l'agriturismo Pietrantica di Caramanico Terme (Pescara), un
casolare in località Decontra che richiama l'attenzione di
turisti stranieri ed è l'esempio di quanto il ritorno alla terra
possa diventare elemento di attrazione. Marisa è l'anima di
Pietrantica, lei e suo marito sono maestri di sci, lui è figlio
di Paolino Sanelli, storico personaggio di Decontra; si sposano
e lei lascia Pescocostanzo e a Decontra cambia vita, ora
organizza spesso cooking class, per ospiti che arrivano da tutto
il mondo, utilizzando solo prodotti locali. Storia simile quella
dei titolari dell'azienda Cantalupo di Tocco da Casauria che
dopo la pensione decidono di dedicarsi alla produzione di
formaggio, mele e olio, anche loro agricoltori custodi come
l'azienda Il Mulino di Montenerodomo, che coltiva la 'patata
Sessanta dei Monti Pizzi', e l'azienda Baldassarre di Sulmona
produttrice dell'aglio rosso.
Tutti frutti della terra sapientemente trattati per creare
tante fra le proposte contenute nel libro 'Le ricette della dea
Maja', la cui seconda edizione è stata pubbicata di recente con
il testo vergato a mano e i disegni del fumettista Roberto
Battestini.
"Il Parco non si ferma - ha detto l'etnobotanico Aurelio
Manzi - con i suoi giardini botanici, la 'banca del
germoplasma', accordi con aziende per la riscoperta delle
antiche varietà al fine di valorizzare il territorio
dell'Appennino, ora a rischio di abbandono e, invece, giacimento
di nuove professionalità ed economie sostenibili".
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