È nulla la nomina del Csm di
Ettore Picardi a Procuratore capo del Tribunale di Teramo. L'ha
deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha accolto
un ricorso proposto dal Procuratore di Vasto, Giampiero Di
Florio. I giudici hanno ritenuto violati i "principi in ordine
alla considerazione degli indicatori attitudinali" previsti per
l'assegnazione dell'incarico.
Secondo Di Florio, il Csm avrebbe "sminuito" il suo profilo
professionale e non avrebbe dato il giusto peso al suo incarico
di capo di una procura, esperienza del tutto assente nel
curriculum del concorrente. Il Tar ha ritenuto fondato il motivo
di ricorso, perchè le valutazioni del Csm "non si pongono in
linea con la normativa di riferimento e con i principi affermati
dalla giurisprudenza sulla ponderazione degli elementi da
considerare ai fini della nomina. Il Csm ha stimato più
rilevanti le esperienze del dott. Picardi, nello svolgimento
delle funzioni requirenti in secondo grado e nel coordinamento
delle procure del distretto in materia ambientale, al fine di
dedurne un'attitudine specifica direttiva che non appare, però,
idonea a bilanciare l'effettiva esperienza direttiva del
ricorrente".
La conseguenza è stata la ritenuta "violazione dei principi
in ordine alla considerazione degli indicatori attitudinali. Il
ricorrente possiede un'esperienza proprio in quelle funzioni
tipiche che connotano il posto messo a concorso, mentre
l'esperienza in secondo grado acquisita dal controinteressato,
per quanto rilevante, presenta caratteristiche eterogenee
rispetto al ruolo da ricoprire, di modo che la prevalenza
accordata, a fronte della sussistenza di un indicatore specifico
in favore del dott. Di Florio, non risulta sorretta da un
adeguato supporto motivazionale".
Con una seconda sentenza, il Tar ha invece respinto un
ricorso proposto dallo stesso Di Florio per contestare la nomina
di Giuseppe Bellelli quale Procuratore capo del Tribunale di
Pescara. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che il Csm "ha
dato conto delle ragioni per cui il controinteressato è stato
ritenuto più idoneo, per attitudini e merito, all'incarico,
sulla base di una motivazione che non presenta elementi di
irragionevolezza o illogicità".
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