Stanno tornando a scaglioni in
paese, assonnati e infangati, dopo una settimana trascorsa
all'insegna della vita selvaggia, per una tradizione che risale
alla seconda metà del secolo scorso. Si tratta di quasi un
migliaio di persone di tutte le età, che, come ogni anno, hanno
lasciato le loro case a Scanno (L'Aquila), per una settimana
circa, rigorosamente a ridosso del 10 agosto, notte delle stelle
cadenti, per andare in tenda, accetta e zaino alla mano, in una
località sperduta, selvaggia, dove non c'è campo telefonico e
due le strade per raggiungerla sono sterrate, cosparse di dossi
e fosse scavate dalle piogge e dalle ruote dei fuoristrada.
Nessun comfort, ma in compenso il cielo offre una vista nitida
della Via Lattea, grazie alla lontananza dalle fonti luminose
cittadine.
È una località chiamata "Jovana", una piana circondata dai monti
Preccia e Sparvera, dove sorse un insediamento di epoca romana
che si spopolò a seguito del distruttivo terremoto del 1435. Gli
abitanti allora si spostarono nell'odierna Scanno, paese di
montagna con il lago a forma di cuore, che oggi conta circa 1700
abitanti, e dista circa 40 minuti di macchina dal primo
insediamento di Jovana. Dagli anni Sessanta del secolo scorso, è
tradizione per gli scannesi tornare alle origini, trascorrendo
nella piana di montagna i questi giorni in cui il paese è preso
d'assalto da turisti.
Si organizzano allora in accampamenti sparsi nella piana di cica
due ettari, dove oltre agli alberi svettano soltanto le rovine
di una rocca medievale, pochi casolari di mattoni, una chiesetta
senza fronzoli intitolata a San Lorenzo e uno spartano
agriturismo senza pretese, circondato da pecore al pascolo, cani
pastore abruzzese, e l'anziano Liborio, pastore che oltre 30
anni fa inaugurò l'attività in questa insolita località non
turistica.
Intere famiglie con bambini, ragazzini più grandi, e anche i
nonni: tutti a Jovana in tenda a stringersi attorno a un fuoco,
a fare la brace, a suonare la chitarra, a ballare, a fare giochi
d'altri tempi. Oltre al torneo di calcetto infatti, si fa il
tiro all'uovo e quello alla fine, e la corsa con i sacchi. Alla
vigilia della notte di San Lorenzo, il 9 agosto, arriva persino
il dj con musica a tutto volume e passi di ballo in mezzo al
fango, proprio come durante lo storico concerto hippie del 1969
a Woodstock.
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