In una lettera aperta indirizzata
al presidente della Provincia di Teramo, al sindaco del
capoluogo e all'assessore all'Istruzione della Regione Abruzzo,
i genitori degli studenti convittori del Convitto Nazionale
'Melchiorre Delfico' di Teramo sottolineano le difficoltà
incontrate a seguito del sequestro della struttura, avvenuto
all'inizio di ottobre.
A un mese dalla chiusura, questi genitori che - a differenza
di altri - hanno scelto di mantenere i figli nella città di
Teramo, chiedono alle istituzioni soluzioni più adeguate per
garantire la continuità degli studi e una permanenza dignitosa
per i ragazzi, molti dei quali provenienti da lontano.
"Ricordiamo - si legge - che il Convitto nazionale è
un'istituzione presente nella città di Teramo da ben 90 anni e
che ha svolto nel corso degli anni non solo la funzione di
ospitalità per i tanti ragazzi provenienti da sedi distanti ma
anche quella, ben più importante, di guida nello sviluppo della
personalità dei convittori". Altra peculiarità della presenza
del Convitto è la possibilità di attivare indirizzi
sperimentali, come il Liceo classico europeo.
"Ad oggi però - prosegue il documento - ci troviamo a dover
fare i conti con soluzioni non ottimali. Pur ringraziando le
istituzioni per aver dato risposte celeri con la sistemazione
dei convittori all'Hotel Gran Sasso, che ha permesso ai nostri
ragazzi di rientrare a Teramo e seguire le lezioni pomeridiane,
riteniamo che tale soluzione non possa essere definitiva".
"Noi genitori chiediamo che venga trovata una soluzione post
emergenziale - viene messo in rilievo - che possa minimizzare i
disagi subiti da noi e dai nostri figli, con l'individuazione di
un edificio non decentrato dotato di spazi adeguati, come
avevano al Delfico, con luoghi dedicati allo studio e luoghi
dedicati alla socializzazione, tali da giustificare la retta
richiesta per la permanenza al Convitto". A questo si aggiungono
i costi di trasporto per raggiungere la scuola, "un onere
inaccettabile in una situazione già precaria". La richiesta,
quindi, è che le istituzioni si facciano carico delle spese di
trasporto urbano.
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