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Centrale Snam, tagliati ulivi in sito Sulmona, protesta comitati

Centrale Snam, tagliati ulivi in sito Sulmona, protesta comitati

Replica Snam 'sono destinati al reimpianto'

SULMONA, 17 dicembre 2024, 17:27

Redazione ANSA

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Sono 317 gli alberi di ulivo tagliati dalla Snam per la costruzione della centrale di compressione in località Case Pente di Sulmona (L'Aquila), struttura a supporto del nuovo gasdotto Linea Adriatica. Il dato viene direttamente dal Dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo in seguito all'accesso agli atti da parte del coordinamento 'Per il clima Fuori dal Fossile' di Sulmona.
    L'autorizzazione all'abbattimento è stata rilasciata dalla Regione perché l'opera è considerata di "pubblica utilità".
    "Siamo di fronte a un disastro senza precedenti - insorgono dal coordinamento, secondo il quale - tutto ciò sta avvenendo grazie al comportamento irresponsabile e al silenzio complice dei nostri rappresentanti istituzionali che sono stati eletti per tutelare il nostro territorio e non per lasciarlo distruggere, con conseguente ulteriore depauperamento economico e sociale delle aree interne".
    Gli ambientalisti si chiedono "il perché i 317 alberi di ulivo sono stati abbattuti e non espiantati e ricollocati, come è avvenuto in Puglia per il Tap. Il taglio è comunque illegale perché i lavori della centrale sono stati avviati senza aver prima adempiuto, come prevede la V.I.A., alle prescrizioni ante operam e proseguiti con autorizzazione a costruire ormai decaduta".
    La Snam rigetta le accuse e fa sapere che gli ulivi tagliati sono 60 e non 317. "Non sono, inoltre, destinati all'abbattimento, bensì solo all'espianto e al successivo reimpianto, il tutto secondo autorizzazione rilasciata dall'ente preposto (Regione Abruzzo, Dipartimento Agricoltura). Per quanto invece attiene agli ulivi che fanno riferimento alle linee di collegamento della Centrale di Sulmona alla rete esistente, anche in questo caso Snam ha acquisito le necessarie autorizzazioni da parte della Regione. L'azienda ha inoltre siglato precisi accordi bonari di assenso con tutti i proprietari dei terreni su cui tali ulivi insistono, consentendo loro di raccoglierne i frutti prima degli interventi programmati - spiega la società, annunciando che - agli stessi proprietari sarà riconosciuto il dovuto indennizzo economico e sarà concesso di decidere in piena autonomia le azioni di ripristino".
   

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