Grazie alla collaborazione tra la
Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Teramo e il
Wildlife Research Center del Parco Nazionale della Maiella nuovi
dati sono stati raccolti riguardo allo stretto filo che collega
uomo-animali e ambiente e la biodiversità del territorio. A
partire da campioni di feci raccolti sui pascoli della Maiella,
in modo non invasivo, è stato possibile descrivere la flora
batterica che caratterizza animali che vivono nel territorio del
Parco, come pecore, capre, cervo e soprattutto il Camoscio
appenninico. Sono state descritte differenze nella composizione
delle popolazioni microbiche di queste specie animali sulla base
delle abitudini alimentari e del grado di condivisione degli
ambienti. Inoltre, sono state riportate differenze riguardo alla
presenza di geni di resistenza alle molecole antibiotiche,
ancora una volta collegabili all'ambiente e alle abitudini
alimentari degli animali. I risultati di questo studio pongono
l'attenzione sulla peculiarità di specie come il Camoscio
appenninico, che risulta unico anche sotto il profilo dei
batteri che colonizzano il suo intestino, ma soprattutto viene
posta l'attenzione sul fatto che anche animali selvatici, come
il Camoscio, che vivono in ambienti di quota, pur se mai
trattati con antibiotici, presentano determinanti di antibiotico
resistenza.
Prima della pandemia da Covid-19, una delle maggiori
preoccupazioni per la salute pubblica era la crescente
resistenza agli antibiotici riscontrata in alcuni batteri. "Nel
selezionare le comunità microbiche sia degli animali selvatici
sia degli animali domestici al pascolo, un ruolo forte è
probabilmente rivestito dalle abitudini alimentari e dalle
caratteristiche dell'ambiente - commenta la professoressa
Cristina Di Francesco dell'Università di Teramo - Certo è che
l'interfaccia fra uomo, animali domestici e animali selvatici
merita di essere indagata a fondo, come avviene nel Parco della
Maiella, perché questi risultati accendono i riflettori sulla
responsabilità dell'uomo nell'utilizzo corretto degli
antibiotici e invitano a una rinnovata consapevolezza su quanto
le nostre azioni possano avere conseguenze sull'ambiente e
sull'intera comunità".
Le dissertazioni e i risultati del lavoro sono stati
pubblicati sulla rivista scientifica 'One health' e saranno
condivisi durante il Seminario Internazionale "Conservation
Medicine and Wildlife Health" organizzato dall'Università di
Teramo e dal Parco della Maiella nei giorni 16 e 17 giugno 2022
al quale prenderanno parte esperti di Stati Uniti ed Europa.
L'evento è stato pensato a conclusione del Corso di
Perfezionamento in "Gestione Sanitaria della Fauna Selvatica,
Medicina della Conservazione e Sanità Pubblica", organizzato
dall'Università in collaborazione con il Parco della Maiella, e
rappresenta un'occasione unica di formazione per addetti ai
lavori e studenti.
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