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Responsabilità editoriale di ASviS
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Dopo le alluvioni che hanno colpito Valencia e Barcellona e gli uragani Helene e Milton che hanno sconquassato l’America, gli effetti catastrofici del surriscaldamento globale – una vera e propria emergenza internazionale – sono sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo il Goal 13 “Lotta contro il cambiamento climatico” dell’Agenda 2030 è salito negli ultimi anni al centro del dibattito pubblico, e sarà sempre più centrale nei dibattiti futuri.
I risultati delle azioni climatiche, a oggi, non sono però molto incoraggianti. Secondo gli studi riportati nel Rapporto ASviS, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, con un aumento della temperatura di circa 1,45 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Gli effetti sono evidenti: ondate di calore, alluvioni, siccità, incendi, che nel decennio 2013-2022 si sono manifestati con un +69% rispetto al decennio precedente. Nel frattempo, le emissioni di gas serra continuano a crescere: hanno raggiunto nel 2022 il record di 57,4 gigatonnellate di CO2.
L’allarmante situazione trova un riflesso nell’opinione pubblica mondiale: secondo un sondaggio Undp-Università di Oxford su 77 Paesi pubblicato a luglio 2024, il 56% degli intervistati pensa al cambiamento climatico giornalmente o almeno una volta a settimana e il 53% è più preoccupato dell’anno scorso (71% nelle piccole isole), mentre quattro persone su cinque chiedono un’azione più decisa nel proprio Paese.
Anche gli italiani, sempre più consapevoli dei gravi impatti ambientali, economici e sociali legati alla crisi climatica, chiedono misure più efficaci per affrontarla. In particolare, secondo il sondaggio Undp-Università di Oxford, il 93% dei rispondenti ritiene che l’Italia debba rafforzare i propri impegni per affrontare il cambiamento climatico.
Comprensibile, dato che l’Europa si riscalda a quasi il doppio della media globale e che l’Italia è al centro dell’hotspot climatico (ovvero quelle aree del Pianeta dove il global warming corre più veloce rispetto ad altre zone) del Mediterraneo. Sempre nel nostro Paese, nel 2022 sono morte oltre 18mila persone per cause riconducibili alle ondate di calore estive: un terzo delle circa 60mila registrate nell’Ue.
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a cura di Flavio Natale
Responsabilità editoriale di ASviS
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