Nel 2023 nel mondo sono state
intentate oltre 200 nuove cause climatiche contro governi e
aziende, in aumento rispetto agli anni precedenti. Lo rivela il
nuovo rapporto "Global Trends in Climate Litigation: 2024
Snapshot" del Grantham Research Institute della London School of
Economics.
Sono in aumento le cause climatiche contro le aziende e sono
di vario tipo: possono chiedere risarcimenti per gli impatti sul
clima, bloccare lo sviluppo di nuovi impianti petroliferi e di
gas o contestare i piani inadeguati delle aziende per la
transizione dai combustibili fossili.
Anche le cause contro l'azione per il clima sono in aumento.
Nel 2023 ne sono state depositate 50. Si tratta di cause contro
iniziative ambientali, sociali e di governance, nonché di cause
contro Ong e attivisti azionisti.
Oltre 2600 cause sul clima sono state intentate in più di 50
Paesi, il 70% delle quali dopo l'Accordo di Parigi del 2015.
Stati Uniti, Regno Unito, Brasile e Germania sono in testa per
numero di cause recenti.
"In Italia, negli ultimi 12 mesi si è assistito a
un'intensificazione del contenzioso sul clima - ha commentato
Lucie Greyl, Responsabile Progettazione e Relazioni
Internazionali della ong A Sud -, con i casi 'Giudizio
Universale' e 'La Giusta Causa' presso il Tribunale civile di
Roma e altre azioni contro le multinazionali dei combustibili
fossili e dell'allevamento intensivo".
"La sentenza della causa 'Giudizio Universale' contro lo
Stato italiano ha evidenziato la riluttanza della Corte a
proteggere i diritti fondamentali da politiche climatiche
inadeguate - ha aggiunto Greyl -. Tuttavia, l'Italia è vincolata
dalla storica sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo
sul caso delle 'Anziane per il clima' in Svizzera. Questi
sviluppi sottolineano il ruolo cruciale della società civile e
ampliano il dibattito giuridico sui diritti umani legati al
clima in Italia",
Riproduzione riservata © Copyright ANSA