(di Stefano Secondino)
Contro la siccità che colpisce
l'Italia, il governo schiera una cabina di regia fra i ministri
e un commissario straordinario nazionale. Sono le novità più
importanti del Decreto legge sulla crisi idrica che è stato
approvato dal Consiglio dei ministri. Altre novità sono la
semplificazione delle procedure per gli interventi sulla rete,
per l'utilizzo delle acque depurate in agricoltura e per i
dissalatori.
L'obiettivo di cabina di regia e commissario per la crisi
idrica è individuare gli interventi necessari e realizzarli al
più presto, eliminando lungaggini ed ostacoli. Le due strutture
avranno il potere di sostituire gli enti locali e i
concessionari che non fanno le opere, e di attuarle al posto
loro.
La cabina di regia è incardinata alla Presidenza del
Consiglio e presieduta dal premier o, su sua delega, dal
ministro delle Infrastrutture. E' stato proprio Matteo Salvini a
presentare il testo del Dl. La cabina comprende i ministri delle
Infrastrutture, dell'Ambiente, del Pnrr, dell'Agricoltura, della
Protezione civile, degli Affari regionali e dell'Economia, oltre
al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli
investimenti pubblici.
Il suo primo compito è fare entro 30 giorni una ricognizione
delle opere urgenti e di quelle da affidare al commissario
straordinario. Il ministero di Salvini ha già fatto sapere che
entro un mese ci sarà la prima riunione della cabina. In caso di
inadempienza dei soggetti che devono realizzare le opere, può
attivare i poteri sostitutivi del commissario.
Quest'ultimo deve essere nominato entro 10 giorni
dall'entrata in vigore del Dl con decreto del premier, e resterà
in carica fino al 31 dicembre 2023, con l'incarico prorogabile
di un anno. Avrà a disposizione una struttura fino a 25 persone.
Il suo mandato è realizzare gli interventi urgenti di cui è
incaricato dalla cabina di regia, monitorare la situazione su
tutto il territorio nazionale e l'attuazione delle opere
necessarie. Può intervenire con poteri sostitutivi in caso di
inadempienza, previa delibera del Cdm, e può revocare le
concessioni.
Il decreto prevede procedure accelerate e tempi certi per gli
interventi di miglioramento dell'efficienza delle infrastrutture
idriche e di dragaggio degli invasi. Semplificazioni anche per
il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate e per i
dissalatori. Presso ciascuna delle Autorità di bacino
distrettuali viene istituito un Osservatorio permanente sugli
utilizzi idrici.
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