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Anbi, Centrosud sempre più assetato, emergenza Sicilia

Anbi, Centrosud sempre più assetato, emergenza Sicilia

Invasi e laghi semivuoti, fiumi ben sotto la portata media

ROMA, 18 luglio 2024, 12:17

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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L'Italia continua ad essere tagliata in due per quanto riguarda l'acqua, con il Centrosud in secca e il Nord che trabocca. E' il quadro che traccia l'Anbi, l'associazione dei consorzi di bacino, nel suo bollettino settimanale sulle risorse idriche in Italia.
    In Sicilia si cercano affannosamente nuove fonti di approvvigionamento idrico, e nei prossimi giorni scatterà nei prossimi giorni un piano di razionamento dell'acqua a Palermo.
    Gli invasi, in soli 24 giorni e nonostante restrizioni all'uso per centinaia di migliaia di abitanti, sono calati di ben 21 milioni di metri cubi d'acqua. Sei bacini su 29 sono a secco.
    In Puglia, nella sola Capitanata, restano meno di 111 milioni di metri cubi di acqua, mentre lo scorso anno ve ne erano quasi 280 milioni. Negli invasi della Basilicata lo scorso anno c'era l'83% di acqua in più. In Calabria la diga del Menta trattiene meno del 47% dell'acqua invasabile; nel Crotonese, le sorgenti hanno avuto un calo del 46%. In Abruzzo si è esaurita la disponibilità idrica dal bacino di Penne: fiumi e invasi sono al minimo, con pesanti riprecussioni per l'agricoltura.
    In Sardegna, i serbatoi dell'Alto Cixerri sono al 13,59% dei volumi invasabili, mentre la quasi totalità degli altri bacini artificiali è ad un livello di allerta. In Campania, le dighe cilentane trattengono circa il 50% in meno di acqua invasata rispetto a luglio 2023, i fiumi registrano riduzioni di portata.
    Preoccupa la condizione di molti laghi dell'Italia centrale.
    Nel Lazio il lago di Bracciano si è abbassato di 21 centimetri in un anno. A Roma, il fiume Tevere ha una portata quasi dimezzata rispetto al consueto. In Umbria si riduce ulteriormente l'altezza del lago Trasimeno. Le Marche possono contare ancora su abbondanti riserve idriche, stoccate nei bacini artificiali, nonostante i livelli idrometrici dei fiumi marchigiani siano bassi.
   

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