Gli italiani vorrebbero piú 'acqua'
nella politica ma in parlamento se ne parla poco. Tra il 2022 e
il 2024, la gestione dell'acqua in Italia, nonostante siccità e
calamità naturali, è un tema che ha occupato il 3,4% delle
discussioni parlamentari ed è presente in appena il 3,9% dei
progetti di legge presentati.
Lo affermano i dati di Teha - presentati durante la sesta
edizione della Community "Valore Acqua per l'Italia" (che
include 43 tra aziende e istituzioni della filiera estesa
dell'acqua) -secondo cui per i cittadini il cambiamento
climatico è il terzo tema più urgente dopo sanità e occupazione,
anche se nei programmi politici domina il lavoro (33%) e la
famiglia è un tema discusso il doppio rispetto a quello
dell'acqua.
Dalla ricerca è emerso che tra le aule del Parlamento circa
un terzo del dibattito è stato dedicato al tema del lavoro
(33%), seguito dall'energia (13,8%) e dalla finanza (12,2%). Il
tema della salute occupa l'11,4% delle discussioni parlamentari,
l'immigrazione l'8,3%, oltre il doppio rispetto al tema della
risorsa idrica preceduto anche da famiglia (6%), istruzione
(5,4%) e difesa (5,1%). Solo il tema del commercio ha avuto meno
spazio: l'1,4% del dibattito totale.
"Nonostante il valore generato dalla filiera estesa
dell'acqua rappresenti un quinto del Pil nazionale e la corretta
gestione di questa risorsa sia un elemento fondamentale per lo
sviluppo sostenibile del Paese - ha commentato Valerio De Molli,
managing partner e ceo di The European House-Ambrosetti e Teha
Group - i programmi politici italiani presentati per le elezioni
europee contengono poche proposte legate alla gestione
dell'acqua". "Un ultimo nostro sondaggio realizzato a settembre
2024 conferma che il 65% dei cittadini non percepisce una
adeguata attenzione politica verso una corretta gestione
dell'acqua", ha aggiunto.
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