"Una vera riforma" delle legge quadro
delle aree protette, la 394 del 1991, "dovrà superare le scelte
che nel tempo hanno portato la governance delle aree protette
nazionali ad essere condizionata da istanze locali e partitiche,
ribadendo la centralità della conservazione secondo criteri
scientifici e tecnici". Lo scrivono in un documento comune le
associazioni ambientaliste Club Alpino Italiano, Greenpeace
Italia, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, ProNatura,
Touring Club Italiano, Worldrise e Wwf Italia, in vista degli
Stati generale delle Arre protette, che si terranno a Roma il 17
e 18 dicembre.
"Uno dei momenti di confronto previsti nei prossimi Stati
Generali - si legge nel documento unitario - riguarda la
modifica della legge quadro sulle aree naturali protette (Legge
6 dicembre 1991, n. 394) su cui in Parlamento sono state già
presentate due proposte di modifica, sia dalla maggioranza che
dalla minoranza".
"La legge n. 394/91 è indubbiamente una legge di successo -
scrivono ancora le ong - che in pochi anni ha consentito di far
crescere notevolmente la superficie di territorio italiano
protetto. Le associazioni ambientaliste sono sempre state
disponibili al confronto su come riformare una normativa con più
di 30 anni di vita. Hanno però evidenziato come fosse necessario
intervenire soprattutto per renderla più in linea con
l'evoluzione europea e internazionale seguita all'approvazione
di convenzioni internazionali e di direttive e regolamenti, ma
anche per restituirle una necessaria riconfigurazione logica,
dopo le tante modifiche estemporanee attuate negli anni".
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