Servono 6.500 miliardi di dollari
all'anno in media fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi
climatici globali. Di questa cifra, 1.300 miliardi servono per i
paesi emergenti e in via di sviluppo (Emdc) diversi dalla Cina.
E' quanto si legge nel terzo rapporto del "Gruppo di esperti
indipendenti di alto livello sulla finanza climatica",
presentato alla Cop29 di Baku nella giornata dedicata a finanza,
investimenti e commercio. Il Gruppo di esperti è un organismo di
consulenza delle Cop dal 2021, sostenuto dalla Brokings
Institution e dalla London School of Economics.
Secondo il rapporto occorre triplicare il fondo da 100
miliardi di dollari previsto dall'Accordo di Parigi e in
scadenza nel 2025, concentrandosi sulle sovvenzioni e non sui
prestiti. Occorre poi aumentare i finanziamenti da parte delle
banche multilaterali di sviluppo, che dichiarano di essere in
grado di erogare 120 miliardi di dollari all'anno. Serve un
aumento degli investimenti del settore privato, e occorre
coinvolgere i principali Paesi in via di sviluppo che sono in
grado di fornire sostegno finanziario.
Il maggior aumento degli investimenti secondo il rapporto è
richiesto nei paesi emergenti e in via di sviluppo diversi dalla
Cina. Queste regioni oggi hanno bassi livelli di investimenti e
significative esigenze di sviluppo, e sono proiettati a
contribuire per oltre il 50% alle emissioni globali nel 2030. Le
necessità di investimento sono più chiaramente definite nel
settore della transizione energetica. Mentre altre aree hanno
più incertezza, per l'energia esistono dati sufficienti per
fornire stime che possono guidare i percorsi finanziari nelle
regioni.
Qualsiasi carenza negli investimenti prima del 2030, secondo
il rapporto, aggiungerà pressione negli anni seguenti, creando
un percorso più ripido e potenzialmente più costoso verso la
stabilità climatica. "Meno il mondo ottiene ora - commentano gli
esperti -, più avremo bisogno di investire dopo".
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