"La strada italiana è la nostra
capacità di modulare la nostra professionalità e scientificità
insieme alla nostra capacità di entrare nella vita delle
popolazioni che studiamo". Lo ha detto Francesca Lugli,
etnoarcheologa che studia da anni le popolazioni nomadi in
Mongolia e in Russia a margine della Giornata dell'archeologia
italiana all'estero promossa dalla Farnesina.
Lugli ha studiato la vita delle popolazioni nomadi e
cacciatrici "negli accampamenti invernali, entrando in contatto
con loro, vivendo a temperature anche 50° sotto lo zero, nelle
stesse tende nelle quali vivono loro". Questo ha permesso di
"farsi accettare sia dai nomadi che dalle istituzioni locali che
hanno apprezzato moltissimo la nostra capacità di entrare nelle
pieghe più infinite del nomadismo che è una cultura estremamente
complessa" ha concluso l'etnoarcheologa.
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