Impegno comune nella lotta ai
trafficanti di esseri umani, per scongiurare nuove tragedie del
mare e arginare i flussi irregolari: Italia, Slovenia e Croazia
rinnovano e rafforzano il patto su migranti, dando sostanza alla
riunione trilaterale sull'alto Adriatico che quest'anno è stata
ospitata ad Ancona. Un "risultato molto positivo", ha
sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che con i
colleghi di Zagabria e Lubiana rinnova l'appello agli altri
partner Ue per fare un ulteriore scatto in avanti: "Una
soluzione che può essere solo europea" per risolvere la crisi
migratoria nel suo complesso. Tradotto, protezione condivisa
delle frontiere esterne e sostegno all'Africa, affrontando alla
radice le cause che spingono le persone ad abbandonare la loro
terra.
Nel quadrante dell'alto Adriatico lo sguardo è rivolto
soprattutto alla rotta balcanica, con numeri in aumento che
preoccupano, ha ammesso la ministra slovena Tanja Fajon. Su
questo fronte la trilaterale di Ancona ha individuato le
priorità: "Potenziamento delle attività di pattugliamento
congiunto, miglioramento delle procedure di riammissione,
rafforzamento dello scambio di informazioni, coordinamento delle
posizioni nazionali nei competenti organi istituzionali
dell'Ue", come si legge nella dichiarazione congiunta firmata al
termine della riunione. In cui si evidenzia anche la
"cooperazione nel contrasto alla criminalità organizzata
transnazionale, con particolare attenzione alle reti del
traffico di migranti e alla tratta di esseri umani".
Per vincere questa sfida l'Italia conta anche sulla
progressiva integrazione europea dei Balcani occidentali.
"Vogliamo essere protagonisti nel portare avanti un'azione di
stabilità senza la quale tutto diventa più difficile", ha
rimarcato Tajani, con un evidente riferimento alle tensioni tra
Serbia e Kosovo. Sostenere lo sviluppo della regione "è un tema
europeo", gli ha fatto eco il croato Gordan Grlić Radman.
Il contenimento dei flussi migratori è solo una parte
dell'ampio spettro di cooperazione tra Italia, Slovenia e
Croazia, che vogliono lavorare insieme per sfruttare appieno il
potenziale di crescita e sviluppo dell'area. A partire dalla
valorizzazione dei sistemi portuali. "Devono essere più
competitivi, non solo per l'export, ma anche per l'import da
Cina o India", ha spiegato Tajani, rilevando che l'Adriatico è
la via più veloce per l'Europa rispetto ai grandi porti del nord
come Anversa e Rotterdam.
Altro dossier è quello della protezione e sostenibilità
dell'eco-sistema adriatico, essenziale non solo dal punto di
vista dell'ambiente ma anche per l'economia del mare e il
turismo. E ci sarà anche spazio per guardare al futuro con
soluzioni innovative. Trieste, ad esempio, l'anno prossimo
ospiterà il Big Science Business Forum, dedicato alla creazione
di una valle dell'idrogeno.
La riunione sull'Alto Adriatico, giunta alla quarta edizione,
è ormai un meccanismo di cooperazione consolidato, ma
l'obiettivo è di ampliare ancora di più l'orizzonte. Ad Ancona,
al termine dei lavori della trilaterale, il format si è
allargato al collega austriaco, Alexander Schallenberg, per uno
scambio sui temi dell'attualità internazionale e dell'agenda
europea. Nuovi interlocutori, nuove idee che possono tradursi in
"soluzioni concrete" per le sfide dell'Europa, ha spiegato il
titolare della Farnesina. Dando l'appuntamento in Slovenia per
l'anno prossimo.
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