(di Francesco Betrò e Patrizio Nissirio)
"Un ponte verso i Balcani" che
renderà "più vicini" l'Italia e i suoi alleati sull'altra sponda
dell'Adriatico. E' questo, nelle parole del ministro degli
Esteri Antonio Tajani, l'obiettivo del Corridoio VIII, che è
stato il tema del vertice con Albania, Bulgaria e Macedonia del
Nord a Brindisi nella cornice del Castello Federiciano.
Nei piani dell'Unione Europea, il Corridoio VIII congiungerà
l'asse Mar Adriatico-Mar Nero sviluppandosi lungo la direttrice
Durazzo-Tirana-Skopje-Sofia-Burgas e Varna, con
l'interconnessione marittima verso i porti italiani di Bari e
Brindisi. Un asse strategico che "permetterà una fase di
crescita e sviluppo economico", spiega Tajani, e che garantirà
anche "una migliore azione di contrasto al traffico di esseri
umani lungo la rotta dei Balcani".
Un incontro politico ed economico che segna il primo passo di
una collaborazione più ampia e concreta tra i quattro Paesi,
perché "non vogliamo che questo sia solo un momento formale", ha
rivendicato il ministro degli Esteri italiano che ha proposto ai
suoi omologhi di riproporre il formato con una "frequenza
annuale". Scelta condivisa anche dalla vicepremier e ministra
degli Esteri bulgara Marija Gabriel, che ha a sua volta
"auspicato" incontri con la stessa cadenza "per trasformare
questo in qualcosa di stabile, tangibile e operativo". Sofia,
che Roma vorrebbe nell'aera Schengen come "frontiera dell'Ue",
potrebbe essere la sede del prossimo vertice e rilancia anche
l'allargamento europeo a est, sostenendo "l'integrazione dei
Balcani occidentali".
Lo stesso impegno l'ha preso l'Italia, con Tajani che ha
sottolineato la necessità di accelerare questo processo "se
vogliamo garantire progresso e crescita". Albania e Macedonia
del Nord, Paesi che al momento hanno lo status di candidato,
ringraziano. "L'Italia è sempre stata la porta verso l'Europa
per noi e l'Albania, viceversa, verso l'area dei Balcani e
l'Oriente", ha affermato la ministra albanese Olta Xhaçka
parlando di benefici reciproci. Benefici che investirebbero
anche la Macedonia del Nord. Il Paese "sta diventando un polo
d'investimento importante della regione dei Balcani", ha
sottolineato il ministro degli Esteri Bujar Osmani, che ha anche
valorizzato il ruolo di questa iniziativa, una piattaforma
politica che può anche "contribuire a migliorare i rapporti fra
le persone, superando le differenze e favorendo l'interazione
tra le imprese". Nell'ottica, inoltre, dell'Alleanza atlantica
di cui tutti e quattro i Paesi fanno parte.
Dopo un pranzo di lavoro con i colleghi, Tajani si è recato
con Osmani e Gabriel al Centro servizi globale dell'Onu, una
delle strutture più importanti al mondo per le attività delle
Nazioni Unite (da qui, ad esempio, passano tutte le
comunicazioni dell'organizzazione, diffuse da gigantesche
antenne paraboliche), dove ha espresso il forte sostegno del
governo italiano all'attività della base.
Il ministro è poi tornato sulla guerra in Ucraina. "Non far
arrivare grano è responsabilità gravissima" da parte della
Russia, ha osservato. "Il governo italiano farà di tutto perché
si possano sostenere le iniziative che spingano Kiev e Mosca a
trovare un accordo su questo", ha spiegato Tajani, sottolineando
anche in questo caso l'importanza del centro Onu di Brindisi.
"Anche da qui si lavora per la pace, anche da qua si lavora per
la sicurezza", ha detto il titolare della Farnesina.
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