"Tuttavia, ancora una volta, - si legge nel Dossier - i 232 mila ingressi "irregolari" sino a fine agosto, ma anche la tendenza che prospettano per fine anno, rimangono un sottomultiplo dei rifugiati e migranti entrati nell'Unione durante il 2015 dell'"emergenza" europea dall'area del Mediterraneo: oltre un milione di uomini, donne, bambini . Alla fine di agosto 2023 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel Mediterraneo supera le 2.300 unità: una cifra già prossima a quella registrata in tutto il '22 (circa 2.400 vittime). Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l'Italia e Malta".
"Nel complesso - continua - è possibile stimare che, dall'inizio del nuovo secolo, in quasi 23 anni abbiano perso la vita sulla frontiera liquida del Mediterraneo oltre 47 mila fra migranti e rifugiati. Negli ultimi quattro anni la rotta dell'Atlantico occidentale verso le Canarie si è rivelata più pericolosa anche di quella del Mediterraneo centrale per numero di morti e dispersi in rapporto agli arrivi: nelle sue acque si è contata una vittima ogni 20-30 migranti sbarcati.
Ma nel Mediterraneo centrale, nell'anno in corso questo rapporto è tornato a crescere dopo tre anni di diminuzione: oggi il rischio di perdere la vita col timone puntato verso l'Italia o Malta è pari a due casi ogni 100 arrivi". "Intanto - si segnala pure - continua a crescere il numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta "Guardia costiera" libica e ricondotti (o meglio deportati) in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: a partire dal 2017, anno del "memorandum Roma-Tripoli", e fino al settembre 2023 i "deportati di Libia" sono ormai 124 mila.
Sono già 125 mila, in crescendo, quelli fermati dalla Guardia costiera tunisina quasi nello stesso periodo (2017 - luglio 2023). Ma è ancora più imponente il totale delle persone intercettate dalla Guardia costiera turca: dal '17 all'estate '23 sono più di 219 mila". (ANSAmed).
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