(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - BARCELLONA - Con gli sguardi rivolti alla Scozia, che il 18 settembre deciderà se diventare indipendente, cresce in Catalogna il clamore della Diada, la festa nazionale dell'11 settembre, segnata quest'anno dal muro contro muro fra governo catalano e centrale sul referendum indipendentista del 9 novembre. Un muro che si sta sgretolando viste le crepe sempre più profonde nell'alleanza locale fra Convergencia i Union (CiU) ed Esquerra Republicana di Catalunya (Erc), minata dallo scandalo dei fondi neri all'estero che ha travolto il leader storico si CiU ed ex presidente della Generalitat, Jordi Pujol.
"Sarà la più grande manifestazione di massa della storia d'Europa", promettono senza crederci troppo i promotori, i portavoce dell'Assemblea Nazionale Catalana (Anc) e Omnium Cultural, Carmen Forcadell e Muriel Casals.
Sotto lo slogan 'Ara es la hora' (Adesso è l'ora) i due puntano a mobilitare una marea rosso-gialla - nei colori de la 'seynera', la bandiera catalana - ancora più vasta di quelle messe in campo negli ultimi due anni. Un anno fa il presidente Artur Mas rispose alla mobilitazione cittadina con l'annuncio di un referendum di autodeterminazione, il prossimo 9 novembre, sostenuto secondo i sondaggi dall'80% dei catalani. Una consultazione non vincolante, ma che il governo centrale del premier Mariano Rajoy considera illegale, per cui ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale. Cosa succederà esattamente non è ancora chiaro, ma sembra si vada verso un'intesa tra il partito di Mas e il premier Mariano Rajoy, pronto ad offrire una maggiore autonomia alla Catalogna in cambio della rinuncia all'indipendenza vera e propria, spaccando così ancora di più il fronte catalano.
Tre secoli dopo la caduta di Barcellona nelle mani dell' esercito borbonico, l'11 settembre 1714, oggi alle 17,14 un mosaico umano traccerà, lungo gli 11 km della Gran Via e della Diagonal, un'enorme V di Vittoria, che ne racchiude altre due: Votare e Volontà. Se 'La Scozia bolle' - é il titolo dell'editoriale odierno di El Pais -, la Catalogna freme, nell'attesa del d-day. In un'intervista al Financial Times il presidente Mas spiega che la vittoria del 'sì' al referendum di Edimburgo "rilancerebbe la campagna per l'indipendenza della Catalogna spianando la via ad una suo riconoscimento internazionale e alla permanenza nell'Unione Europea". Oggi i principali partiti catalani hanno chiesto la convocazione di una sessione straordinaria, il 19 settembre, del Parlament, per approvare la legge in vista dell'eventuale referendum. Il 22 settembre è in calendario la comparizione di Jordi Pujol, pronti a rispondere a tutte le domande.(ANSAmed).
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