Stanco delle "condizioni inumare e
degradanti" nelle quali è costretto a vivere quando arriva in
Basilicata per partecipare alla raccolta dei prodotti agricoli,
un uomo di nazionalità ivoriana, di 30 anni, si è rivolto alla
Corte europea dei diritti dell'uomo per chiedere la condanna
dell'Italia in quanto "lede i diritti fondamentali come quello
alla vita, alla salute, alla dignità". Lo si è appreso a Matera
dall'avvocato Angela Bitonti, che rappresenta il ricorrente
insieme a Sonia Sommacal del foro di Belluno: "E' la prima
volta, in Basilicata - ha spiegato Bitonti - che un rifugiato
politico chiama in causa un organo giurisdizionale
internazionale come la Cedu".
L'ivoriano, all'arrivo in Basilicata, trova rifugio in uno
dei "casolari abbandonati e fatiscenti" della zona di Boreano, a
Venosa (Potenza): le strutture ospitano fino a 20 migranti
ciascuna, senza servizi e con rifiuti ovunque, mettendo a
rischio la salute di chi vive nella zona. Secondo il ricorso
alla Corte europea, la situazione dei migranti - per i quali
quest'anno è stato aperto un centro di accoglienza a Palazzo San
Gervasio (Potenza) - sono lesive della loro dignità umana.
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