"Questo incontro, a 30 anni dalla
visita di Giovanni Paolo II in Basilicata, può servire come
stimolo, per poterne uscire rafforzati con capacità di programmi
più concreti e reali; abbiamo bisogno di un dialogo più
costruttivo tra Chiesa e istituzioni perché, insieme, in forma
sinodale, sappiamo camminare": lo ha detto l'arcivescovo
metropolita di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, in
occasione del convegno dal titolo "La memoria di un grande
evento: una sfida e un compito", in serata, nel capoluogo
lucano.
"Un'occasione per verificare il messaggio apostolico del Papa
che si è imposto per la sua carica profetica - ha detto Ligorio
- un percorso che suona come memoria, una memoria che è ancora
attiva, in modo particolare da quando, in questo teatro stabile,
- ha spiegato il vescovo - il Papa si rivolse ai politici
spronandoli ad avere attenzione alla dignità della persona e in
modo particolare - ha concluso - ai giovani che lasciavano la
Basilicata".
"Una sfida globale, quella lasciata dal Papa - ha detto il
consigliere del ministro per i beni e le attività culturali, il
professor Giampaolo D'Andrea - un invito pressante ai cittadini
di essere artefici del proprio destino, di essere protagonisti
dello sviluppo della nostra regione. I compiti della politica -
ha aggiunto - sono di agevolare questa consapevolezza e di
renderla concreta, di strutturare forme di organizzazione delle
politiche pubbliche per rafforzare il capitale umano", ha
concluso.
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